mercoledì 23 dicembre 2009

Una Letterina per Babbo Natale


Carissimo Babbo Natale,
come vanno le cose in Lapponia? Siete ancora incazzati perchè la nazionale Padana di Maurizio Ganz vi ha battuto? Dai, non te la prendere, devi ammettere anche tu che Steffen Nystrøm era troppo fuori forma!
Quest'anno anche qui a Milano abbiamo avuto un assaggio di Lapponia, eravamo tutti molto contenti, infatti ogni due per tre si sentiva pronunciare il nome di Dio, così, per ringraziamento.
Che bella la neve qui a Milano Babbo, dovresti vederla, per noi è sempre una sorpresa, tanto che ci trova sempre impreparati, fra l'altro se il 24 notte nevicasse ti preghiamo di evitare di usare la slitta ed utilizzare i mezzi pubblici. Faresti anche molta meno fatica perchè appena sali sulla 93 la sera, ti fottono tutto quello che hai e quindi giro finito.
Grazie all'ultima nevicata in Italia è successo anche un miracolo: finalmente Nanni non è più il Moretti più antipatico!
Grazie per tutto i desideri che hai esaudito nel 2009, non stare ad ascoltare tuti quei disoccupati che maledicono il 2009 per la crisi, non son mai contenti quelli lì, pensa che sono così fortunati che durante la nevicata potevano stare tranquilli a casa, mentre i poveri ufficiali giudiziari son dovuti uscire nella tormenta per pignorargli tutti i loro averi. Di una cosa però, se posso, mi vorrei lamentare: io non volevo una bevanda ai fiori di Guaranà (ti allego un'immagine dell'errore, così puoi provvedere quest'anno).
Per il 2010 le cose che ti chiedo sono poche:
1. Una partita dell'Inter in Europa di cui non ci dobbiamo vergognare
2. La juve in serie B, ma mi sembra che ci stiano pensando già loro...di nuovo.
3. Perdere qualche chilo (ma non con quella dissenteria fulminante come al mio amico Chicco).
4. Non ti chiedo la pace nel mondo che so che è un casino, ma almeno la pace tra i Latinos sotto casa che se no di notte non si dorme.
5. Più sicurezza quando si fa all'ammore: girano troppi virus su internet, bisogna far qualcosa.
6. Vabbè se ti avanza tempo, fai qualcosa per questa crisi, siamo stufi di sentirla nei notiziari, toglie troppo spazio ai servizi con le tipe nude di Studio Aperto.
(nella foto: "una Letterina per Babbo Natale" oppure "a lei un paio di cose da chiedere le avrei...")

martedì 22 dicembre 2009

Natale a misura Duomo (è un gioco di parole non so se l'avete capito)



Anche quest'anno non ci siamo fatti mancare nulla per Natale. Pino gigante vero (bello, ma storto sul finale), albero gigante finto (bello, totalmente psichedelico e roteante come un derviscio della Mawlawiyya) concerto strappalacrime in duomo (burt bacharath, luminarie di ogni genere e tipo (con propensione per quelle a LED…) neve come se piovesse. Praticamente il natale perfetto.
Grazie al cielo, sono riuscito a acquistare i quattro regali necessari per non farmi diseredare o lasciare tra sabato e domenica, alla vigilia della tragedia neve, perdendo solamente (e sono sicuro che poteva andaremolto peggio) l'utilizzo delle falangette della mano destra causa meno otto e dico otto gradi celsius di sabato pomeriggio. Ho scarpinato come un pirla da ticinese fino a san babila e ritorno passando per le colonne e via torino. Scarpinato come un pirla perchè avevo il motorino e l'ho lasciato all'inizio di ticinese. In questo giretto ho avuto la fortuna di incontrare altri esemplari di maschi disperati alla ricerca di un qualunqueregalo (Homo Regalantis).
Guardandomi intorno ho notato che le vie erano piene di questa rara specie che esce allo scoperto nelle 72h precedenti il natale. Fodero per il bancomat modello Trinità, velata (ma neanche troppo) disperazione nello sguardo , passo costante con andatura superiore a quella di Usain Bolt (non potevo darvi del Tyson Gay) e pensiero fisso al fido divano ingiustamente abbandonato e all'anticipo di serie A.
Poche volte il maschio milanese riesce a umiliarsi come sotto le feste. Siete mai entrati da intimissimi da soli pensando che un bel completino intimo possa essere il regalo giusto per entrambi? quando aprite la porta e TUTTE le commesse e le normali avventrici si fermano e si girano a guardarvi? quando si ferma anche la filodiffusione? quando alla domanda "come'è di seno " cercate in tutti i modi di NON rispondere "beh, ha due belle pere!"?. Ecco questo è uno dei punti più bassi mai raggiunti dall'uomo. Mai una misura presa al primo colpo, gli scontrini conservati come reliquie della prima crociata e panico serpeggiante tra i marciapiedi. Giuro che l'anno prossimo i regali li faccio a settembre, che ci sono i saldi e fa caldo oppure, (citando la mia Nonna o Elio a scelta) vado tranquillo di Centomila.


L'angolo dell'ironia spicciola


venerdì 18 dicembre 2009

10 curiosità sul natale da sfoggiare al cenone per far colpo sulla cugina figa


1. Nati famosi: Gesù (gli altri passano un attimo in secondo piano).

2. In certe culture i regali vengono portati da San Nicola di Bari cantando "Il cuore è uno zingaro".

3. Durante la gravidanza la Madonna ha calcolato con grande precisione la nascita di Gesù grazie al calendario dell'avvento con i cioccolatini dentro.

4. A casa mia non ho mai capito se i regali li portasse Gesù Bambino o Babbo Natale, l'importante è che si mettessero le pattine che se no poi mia madre si incazza.

5. In Estonia i regali li fa Jõuluvana, una bionda ventiduenne che risiede a Tallinn, che sui giocattoli non è molto forte, ma rende felici molte persone a prezzi modici.

6. Natale Piovanelli, geometra di Cernusco Lombardone (LC) ha fatto causa a Neri Parenti perchè "Natale a Beverly Hills" era già il titolo del filmino delle sue vacanze estive.

7. Se qualcuno vi regala un abbonamento triennale di Sky, visto che il mondo finirà il 21 dicembre 2012, chiedete già il rimborso per i quattro giorni che non userete e compratevi delle droghe.

8. Quest'anno passerò il Natale a San Siro, visto che rimarrò ibernato durante Inter Lazio di domenica sera, conto di riacquistare l'uso delle dita dei piedi per metà del girone di ritorno.

9. Nell'antichità, in Papuasia, il Natale si festeggiava con la tribù unita appollaiata su un albero mentre il capo raccontava storie noiosissime, perciò i testicoli dei maschi crescevano a dismisura e sporgevano dai rami. Nacque così l'usanza di addobbare con delle palle gli alberi.

10. Catalin Gheorgeanu (anni 6) di Brasov (Romania) nel 1996 ha scritto una lettera a Babbo Natale: la C.

(Nella foto: Natalino Otto)

10 cose da non dire al cenone per far colpo sulla cugina figa.


1 - "Guarda guarda la mamma e papà mi hanno regalato l'ultimo giochino per la xbox, sei un mago che usa anche la spada però, che deve sconfiggere una tribù di orchi vagamente risomiglianti i contadini russi della rivoluzione.

2 - "A settemmezzo non ci gioco perchè sono fortunato in amore."

3 - (con aria superiore) "Sai metto le infradito con le calze ma solo a casa che con quelle di ecopelle mi sudano i piedi."

4 - "guarda guarda anche quest'anno babbo natale ha mangiato il latte coi biscotti che gli ho lasciato ieri sera dopo la messa."

5 - " Alla fine ho preso l'ultimo modello, ha 4 gb di ram processore di ultima generazione, schermo glossy, e webcam integrata e tutti i video di youtube si vedono in hd."

6 - "Credo che la situazione politica attuale sia specchio della moralità degli italiani oramai abituati a farsi comandare, ma d'altra parte è dalla caduta dell'impero romano che qualcuno ci comanda, vuoi dire che non conta pure qualchecosa??"

7 - "E' giusto che abbia vinto Marco, ha veramente una bella voce, non è facile trovare qualcuno in grado di arrivare a prendere un mibemolle sopra il rigo. E comunque la Maionchi è rimasta ferma agli anni 70."

8 - " Ma è vero quello che mi ha detto zia? Io l'ho sempre detto che è rischioso scoreggiare quando si ha la sciolta. Poi da una ragazza pare brutto."

9 - "A me niente crema con il pandoro che mi mette un po' di aria."

10 - " visto su internet la tipa di Sneijder, una fiiiiiiiga che te in confronto sparisci."

mercoledì 16 dicembre 2009

Cheap and Chic. Parte seconda.


Continuiamo la vostra rubrica preferita riflettendo solo per un attimo su un problema sociale che affligge la nostra ridente metropoli, problema secondo solo alle anziane signore che non partono a semaforo verde.
Insomma, nella città da bere trovo assurdo dover girare ore e ore per trovare un qualunque locale in grado di dissetarmi dopo le 2 di notte. è vietato avere sete dopo le 2 di notte?? non vi è mai capitato di svegliarvi nel cuore della notte e avere sete. Non dico aver voglia di coccolare un pappagallino o sapere i risultati della semifinale di cricket giocatasi la sera stessa al parco Lambro, ma solo bere qualche cosa di fresco insieme ad atra gente.
Niente di più.
Insomma l'imbarbarimento di questo paese continua ogni giorno di più senza guardare ai veri bisogni dei cittadini. per risolvere questa annosa questione vi daremo più avanti qualche dritta per scacciare la sete a notte fonda.

Oggi voglio recensire per voi un locale storico dei navigli, sconosciuto ai più e dai più troppo spesso frainteso.

BAR TABACCHI LA DARSENA. detto anche "da Peppuccio".
indirizzo: sulla darsena (ma va?) angolo via Vigevano.


Il locale di oggi non rientra esattamente nella categoria chic e giusto giusto in quella cheap. Però. Però che posto. Un microcosmo, una metafora della società racchiuso in 20 mq e un bancone. Fidatevi.

Il locale, come si intuisce dal nome è a tutti gli effetti un bar tabacchi dall'arredamento inesistente. Il tratto distintivo sono varie foto che ritraggono il prorpietario (peppuccio) insieme a svariati musicisti…prima di aprire il bar era un batterista e batteristi non si smette mai di esserlo (purtoppo?).
Peppuccio è il capo, è quello coi baffi la panza e un incazzatura perenne. Al "bancone" trovate il cognato, Silvano molto gentile e schiavo totale di Peppuccio.
Al bar tabacchi La Darsena potete ordinare un po quello che volete esclusi quasi tutti i tipi di coquetail che tanto non li fanno. Consiglio, per non far innervosire nessuno, distillati e liquori che sono gia pronti da bere. i prezzi sono molto onesti, ma sinceramente non me li ricordo per una serie di ovvi motivi che non sto qua a elencarvi.
Diciamo che peppuccio non è il posto esatto dove fare serata ma va molto bene per iniziarla o tanto meglio per finirla. Verrete intrattenuti dalle continue liti, urla e casini vari che i pazzi, tamarri, viveur, falliti, punkabbestia e Peppuccio stesso, mettono in scena tutte le sere dalle 20 alle 2 (indimenticate le minacce a coltello spianato per far uscire la gente a ora di chiusura.).
Ma non crediate che sia un locale grezzo e squallido, raduno di molta della feccia dei navigli (che poi, sono più feccia i tamarri al planet o i pazzi artistoidi di Peppuccio?) più di una volta siamo stati sorpresi da un trio jazz che suonava nel locale...
Un consiglio per far bella figura con la vostra ragazza, più romanticamente, potrete far sfumare la notte chiacchierando appoggiati alle balaustre in granito della darsena, lì dove una volta c'era radio meneghina, sorseggiando sambuca e guardando le pantegane che scorrazzano felici sulla riva del Naviglio. (si chiama ratswatching e potrebbe essere lo sport del 2010).


P.S. Ricopro di stima anche io interistiorg per il link di venerdì scorso e tutti voi che avete manifestato un certo interesse per il diario di un milanese.

martedì 15 dicembre 2009

Natale in casa Brambilla


Non mi ricordo se ve l'ho mai detto, ma io sono milanese e molto fiero di esserlo. Per me il Natale è il panettone, lo mangrei sempre, comincio la mattina puciandolo nel tè e finisco la sera mangiandolo come dolce, infatti a Natale ingrasso come un porco, non che il resto dell'anno vada meglio, c'è sempre la Meneghina calda con Grand Marnier e gelato alla crema sopra......(scusate, mi son lasciato trascinare).
Proprio a Natale però esce una parte di me che resta sopita per tutto il resto dell'anno: divento un napoletano. E la colpa è sempre e solo del presepe.
Sin da piccolo il presepe in casa mia era un rito, lo faceva mia madre sul mobiletto in anticamera, poi quando lo finiva ci riunivamo e lei iniziava a cantare "Tu scendi dalle stelle"...commovente...cioè sarebbe una cosa commovente se mia madre non fosse la persona più stonata del mondo, il mio Natale è sempre legato a dei timpani sanguinanti, ogni anno verso il 5 di Dicembre mi iniziano a fischiare le orecchie e a Sant'Ambrogio (giorno in cui il milanese fa l'albero o il presepe) vengo preso da convulsioni ogni volta che mia madre apre la bocca.
Negli anni mi sono impossessato del ruolo di presepista di casa e son diventato un vero rompicoglioni, sembro uno appena uscito da San Gregorio Armeno e l'allestimento del presepe da dolorosa festa familiare è diventata una lotta tra me e mia madre (mentre mio padre ed il cane ci guardano schifati dal divano).
Ogni anno lo spazio per il MIO presepe è troppo poco, è chieder tanto che si vada tutti in albergo fino al 6 Gennaio per avere un cazzo di spazio decente?!? Che poi mia madre si lamenta che sporco e continua a pulire per terra io la mando a cagare, lei tenta di affogarmi nello stagno del presepe che per fortuna mi son fatto furbo negli anni e lo faccio in stagnola, allora per liberarmi dalla presa la colpisco con il pastore con la lanterna che è un po' più grande degli altri e fa più male, intanto il cane arriva e inizia a leccare il muschio allora la allontano con un calcio nel culo, solo che essendo una bassotina inizia a girare su se stessa e si alza ad elica e passo il resto della serata a cercare di tirarla giù dal lampadario.
Per l'anno prossimo pensavo di diventare buddista...

venerdì 11 dicembre 2009

La sindrome di Bogliasco



Anche quest'anno, a sorpresa, non sono stato considerato per l'assegnazione dell'Ambrogino d'oro, a favore di figli di e locali da designer, che quelli si sa, vanno un po' a vela un po' a motore, signora mia, dove finiremo con questa gioventù qui?!? Ci son rimasto male, anche perchè quando ero piccolo mia sorella mi conferiva sempre il mongolino d'oro, ne avrò vinti migliaia.
Ho quindi deciso di allontanarmi dall'ingrata Milano per andare a Berlino. città famosa per un muro, una porta e una torre di dubbio gusto, tutta roba che si puo' trovare anche a Rozzano.
Alla fine mi son ritrovato con ben quattro compagni di viaggio liguri: uno spezzino dalle chiappe chiacchierate e tre finalesi, di cui un nulla facente (detto anche grafico) residente a Berlino, un biologo con la passione per le cazzate, ed un eterea ragazza che beve come un disoccupato irlandese. Grazie a questa combriccola di pirla mi son soffermato a pensare al rapporto dei milanesi con la Liguria, un vero rapporto di amore e odio, noi l'amiamo, loro ci odiano.
Negli anni noi milanesi ci siamo innamorati dei nostri aguzzini, un po' come la sindrome di Stoccolma, solo che al posto di Stoccolma che ci fa un freddo che ti caghi addosso noi abbiamo scelto Nervi, Rapallo, Zoagli, Alassio ecc, che almeno come clima ci si sta meglio.
Si perchè in ogni caso noi siam passati sopra a tutto: ci piace farci maltrattare dai commercianti che ci fanno il favore di venderci le cose a volte a prezzi maggiorati solo perchè gli stiamo sulle balle in quanto milanesi, godiamo nell'affollarci su spiagge stipate di gente pagando miliardi di dollari per un lettino con 3 gambe portate da un bagnino di 85 anni che se affoghi è meglio che lo fai in fretta che lui non ce l'ha manco per il belino di venirti a salvare, oppure proviamo piacere fisico a stendere il nostro salviettone esattamente su quell'ambitissimo spuntone roccioso tra il pannolino usato e la cibatta della Kembruck (perchè in Liguria hanno delle marche che le trovi solo lì), che dopo mezz'ora che sei stato in quella posizione cammini per una settimana come uno con la spina bifida.
E questa perversione si tramanda di generazione in generazione, abbiamo comprato casa in Liguria, abbiamo gli amici lì (anche loro milanesi, che però durante l'anno non vorresti vedere neanche per sbaglio), alcuni progettano il loro futuro in Liguria (io aprirò il mio locale "Il Pesto Senso", non cercate di rubarmi il nome, è un marchio registrato, e anche "Buio Pesto" è già stato usato), verso gli ottant'anni un sacco di pensionati milanesi si trasferiscono "perchè c'è l'aria più buona" e stanno tutto il giorno al balcone della loro casa sopra la Tamoil all'uscita Rapallo dell'autostrada. D'estate li vedi passare le giornate sulle panchine del lungomare con i loro calzini azzurri corti nei sandali del Dr. Scholl, con la camicia slacciata per mostrare la loro canotta immacolata alle coetanee che passano di lì (quelle con ancora capacità motorie e senza cataratta). I più distinti si fanno quattro passi nei loro completi in spigato siberiano pesantissimi, con sotto un gilet bordeaux stile controllore ATM con 40 gradi all'ombra che non sanno cosa fare, perchè in liguria non ci sono scavi da vedere, gli ultimi lavori li han fatti per le colombiadi del 92. Poi la sera passa un camioncino con un tizio che tocca con un bastone i vecchi ancora sulle panchine, quelli che si muovono vengono condotti a casa, con gli altri gira voce ci facciano la cima alla genovese.

(Nella foto: Intervallo: Milano, piazza Missori
Grazie a interistiorg per il link in homepage, vi rispettiamo moltissimo)

mercoledì 2 dicembre 2009

Vita morte e soprattutto miracoli di Ambreous


Stamattina dalla finestra si vede solo la nebbia e questa atmosfera lattiginosa mi fa sentire mooooolto milanese.
Come tutti sapete lunedì sarà Sant'Ambrogio, una delle feste più importanti dell'anno, seconda solo al 10 Agosto, giorno della nascita di Javier Zanetti.
Per acculturare un po' i lettori non milanesi o per rinfrescare la memoria ai meneghini ecco a voi la vera storia di Sant'Ambrogio.
Aurelio Ambrogio Nilmar do Nascimiento (in arte Sant'Ambrogio) nasce a Treviri in Germania, ma vergognandosene molto lo tiene nascosto. Come potete vedere dall'immmagine è un ragazzo dalle orecchie enormi per ascoltare tutti e con una barba incolta che fa più intellettuale.
Nel 374 viene eletto vescovo di Milano, contro la sua volontà, tanto che scappa dalla città in groppa alla sua fidata mula Betta al grido di "Cor Betta! Cor!" e da qui il nome del paese Corbetta (questa è vera anche se non sembra), ma nella sua fuga fa un errore: prende la tangenziale alle 7 e mezza, a quel punto decide di prendere la prima uscita ed accettare la carica di vescovo che tanto se no dove cazzo vai con tutta quella coda?!?
Tornato a Milano gli viene consegnato il cappello vescovile che tiene sempre in testa perchè lo fa sembrare più alto, anche se di notte gli buca tutto il cuscino.
Muore nel 397 per un'intossicazione alimentare in un ristorante cinese di Paolo Sarpi.
Curiosità su Sant'Ambrogio (oltre a quella di Corbetta che vi potete comunque giocare per far colpo sulle tipe alla prima uscita):
_Ha convertito Sant'Agostino con la celebre frase: "Ascolta un cretino: ti chiami Sant'Agostino se non diventi cattolico ti prenderanno tutti per il culo, se ti chiamassi Mohamed Alì sarebbe tutto diverso..."
_Ha recuperato i corpi di Gervaso e Protaso per errore: credeva si trattasse di Roberto Gervaso e Proraso il barbiere a domicilio.
_In un combattimento all'ultimo sangue con il diavolo Ambrogio riuscì a sconfiggerlo dandogli un calcione nel culo e facendolo sbattere di testa in una colonna che ora si trova di fianco alla basilica di Sant'Ambrogio. Sulla colonna sono ancora visibili i segni delle corna del demonio e se si avvicina l'orecchio si può senitre anche la voce dei dannati, ovvero la telecronaca di Lazio Inter del 5 maggio 2002.
_Ambrogio riconobbe il chiodo della croce di Gesù in una bottega di un fabbro milanese, perchè fosse lì non è dato sapere sta di fatto che il chiodo è oggi conservato nel Duomo e viene mostrato ai fedeli dal vescovo durante la cerimonia della Nivola. Alcune malelingue sostengono sia soltanto un capello di Fabio Ravezzani di Telelombardia.
_Nella Basilica di Sant'Ambrogio si trova il Serpente di Mosè che tornerà in vita prima della fine del mondo o al primo gol di Ricardo Quaresma.

lunedì 30 novembre 2009

Corso di fotografia per minus habens (Parte 1)


Se siete di Milano e volete fare un corso di fotografia vi consiglio questo posto, anche se, visto che volete fare un corso di fotografia avete il 90% di probabilità di essere dei subnormali, con diverse problematiche interpersonali e una scarsa igiene personale.
In realtà io non ho mai voluto iscrivermi ad un corso di foto, perchè ho sempre considerato la fotografia una cosa da persone con i sandali che abbracciano alberi e che passano la serata a parlarti della settimana passata nel Gujarat a fotografare le impronte nella sabbia come se te ne potesse interessare qualcosa (noia seconda solo ad una serata passata con dei velisti).
Però quest'anno mi son lasciato fregare da dagli amici (o almeno persone che reputavo tali) e son finito per iscrivermi e ho anche pensato "Magari incontro qualcuno di interessante".
Ecco, no.
Evidentemente gli appassionati di fotografia non sono tutti uguali: ci sono quelli che si credono simpatici perchè han fatto ridere ad una cena di famiglia quando avevano 5 anni e da allora si son convinti di essere spassosissimi, ma son divertenti come una fistola anale, ci sono quelli che non parlano e quelli che semplicemente non son normali, che proprio non si riesce a trovare un brillio di intelligenza nel loro sguardo.
Ho capito che non era il mio posto quando il "maestro" è uscito con "In Italia la gente non sa nulla di fotografia, conoscono tutti i calciatori, ma non capiscono niente di foto" ed io che modestamente insieme a mio padre sfioro la rissa ogni domenica in tribuna a San Siro volevo spaccargli una sedia sulla schiena (prova a fotografare questo, caro il mio vegano).
Se penso che tra corso, reflex digitale e aperitivi pre corso (non ci penso neanche ad affrontarlo da sobrio) ho speso un sacco, mi sento proprio un pirla.
E questa sensazione ha raggiunto il culmine ieri, nella gita sociale del corso, ma questo lo racconto nella prossima puntata.
(Nella foto: mamma che lavoro di merda!)

venerdì 27 novembre 2009

No alla cultura, si al culturismo


L'altro giorno ho ripulito il portafoglio da alcuni fastidiosi foglietti che ormai lo rendevano grande come una smemoranda di una tredicenne.
Tra alcuni inaspettati ritrovamenti di cui si occuperanno gli esperti del museo egizio e una quantità incredibile di scontrini ormai diventati completamente bianchi, ho scoperto un foglio che mi offriva un mese gratis in palestra scaduto più o meno nel 2007.
Mi ricordo che quel foglio me l'ha dato un mio amico "Dai vieni in palestra con me! Ci divertiamo! Vedi?!? mi hanno dato anche un mese gratis per un mio amico..." "Si, ehm, dammi il buono che poi appena ho un attimo di tempo vengo", evidentemente negli ultimi 3 anni son stato molto impegnato.
Che poi è stata una fortuna perchè quel mio amico ha dovuto cambiare palestra dopo aver petato violentemente durante una lezione collettiva di addominali, fossi andato sarei stato additato come l'amico dello scorreggione e questa è una cosa sempre spiacevole, o lo scorreggione sono io o non mi piace fare la comparsa...
In ogni caso c'è stato un periodo in cui ci ho provato, avevo circa 10 chili in meno di oggi ed ero grassottello e fuori forma (quindi fate le proporzioni, nella foto, io mentre scrivo questo post). Mi son iscritto con una mia amica in una palestra non lontano da casa, zona Porta Romana, e qualche volta ci sono pure andato.
La palestra era piccola, ma aveva tutto: macchinari, un istruttore che ci provava con le ragazze e uno gay, la stanza per le torture detta anche stanza dello spinning e una microsauna di fianco alle docce che se eri da solo ci potevi stare seduto, in due era meglio stare in piedi (a meno che uno dei due non fosse l'istruttore gay, allora era meglio uscire).
Devo proprio dire che andare in palestra l'è minga el mè mestè: dopo circa 30 secondi di tapis rouland mi annoiavo e iniziavo ad emettere un fischio acutissimo respirando per lo sforzo, tanto che ogni volta che c'ero io chiamavano il tecnico dei condizionatori perchè "avevano ricominciato a fare quel rumore strano", allora ho portato l'ipod almeno per ammazzare la noia, ma dopo la terza volta che una macchina mi strappava le cuffie dalle orecchie e le usava per cercare di strozzarmi ho deciso che forse anche la palestra mi odiava e quindi era meglio smettere.
L'unica vera emozione che ho avuto in palestra è stato quando nello spogliatoio ho visto Elio, e stavo quasi per abbracciarlo e dirgli "Sei il mio idolo!" poi mi son ricordato di essere completamente nudo e ho preferito evitare.
Dopo la palestra ho deciso che potevo tenermi in forma semplicemente correndo un'oretta al giorno sotto casa.
In circa un minuto in cui corricchiavo evitando le merde sul marciapiede ho cominciato a diventar rosso, respirare come un bulldog e mi si sono invertite le ginocchia in una fantastica imitazione di uno struzzo con l'asma. L'unico motivo per cui non sono stramazzato al suolo è che avevo paura che i vari Latin Kings, New York e Chicago che bivaccano sotto casa mia potessero vendere i miei organi per racimolare (pochi) soldi per la droga e io sono contrario alle droghe.
Arrivato a casa (dopo circa 12 minuti) ero sudato come una merda, viola, inciampavo nella mia lingua, emettevo il rumore di una 126 smarmittata e puzzavo come una discarica d'estate. Si aprono le porte dell'ascensore ed ecco uscire la figa del secondo piano, quella che prego invano di incontrare ogni mattina. L'ho salutata con un latrato e son salito in casa piangendo, ma tanto con il sudore le lacrime non si vedevano.

mercoledì 25 novembre 2009

Chip&Chic - guida alla milano da bere come si deve.


Siccome vi conosciamo, e vi conosciamo bene, sappiamo esattamente di cosa avete bisogno.
E quello di cui sicuramente avete bisogno è una bella rubrica, bella ma non solo.
Sopratutto utile.
Nella città da bere per eccellenza, potete forse immaginare quanti diversi milioni di club, locali, circoli, pub, baretti, pustasc, baracchini e qualunque altra forma di distribuzione di alcoolici possono co-esistere?
Non vorrete forse pagare una birra annacquata a 7 euro in un locale dal fascino di un aula delle medie o pagare un mojito-minestrone 10 euro circondati da ragionieri scatenati e sudati pronti per Laperitivo , no?
Ecco, allora leggete un po' qua, solo per voi a cui importa essere (sbronzi) piuttosto che apparire, una lista in costante aggiornamento di locali chip&chic recensiti, provati e sfuocati dal vostro diario milanese preferito.

IL SUBWAY.
Indirizzo: tra corso san gottardo e il pam di viale Tibaldi, su viale Tibaldi appunto. Circa qua.

Allora. Non sarà facile recensire un locale di questo calibro. Innanzitutto vorrei precisare che si tratta di un locale molto più chip che chic. Purtroppo per noi ha perso buona parte del suo vero fascino da quando hanno vietato i fumo nei locali (e ora l'odore del cesso regna sovrano).
Jack, l'attempato proprietario, vi darà un sincero benvenuto, perso in accese discussione con i suoi più assidui frequentatori: un trans (si presume) in pelliccia bianca o li biondo Livio, musicista, fisico e amante (sempre fisico) dei grossi felini.
Gli affabili camerieri vi forniranno di menù, post-it e biro per prendere le vostre ordinazioni.
Il bere.
Ve ne accorgerete subito. Nulla vi farà pensare che i prezzi possano essere neppure vagamente paragonabili a quelli di un anonimo locale dei vicini navigli.
Birra, vino, cocktails di discreta qualità non costano mai più di 5 euro. Accettano i ticket Restaurant (vi danno pure il resto in soldi!!) e dovrete tornare a casa facendo guidare il vostro amico astemio.
Vi raccomando di provare almeno una volta nella vita (forse la prima e l'ultima) la Bombetta, vera specialità del subway. Shottino multicolore e poligusto che non tarderà a farsi amare.
Il cibo.
Fidatevi nessuno è stato mai male per il cibo al subway nonostante le apparanze.
Una vasta lista di panini potrà essere utile per darvi un motivo per ordinare un altra birra. Nessuno dei panini costa più di 5 euro, probabilmente meno.
Per i più raffinati anche taglieri.

Voto 8: tutto quello che potete desiderare in un unico locale, parecchio pieno il sabato sera, birra a prezzi imbattibili il mercoledì. Chiusura alle 2 ma se siete simpatici, Jack vi tieni li.



venerdì 20 novembre 2009

Grazie grazie grazie, siamo i vostri eroi


E chi si aspettava un successo del genere?!?
Server intasati, ma di altri siti, contatori di visite a due cifre, commenti che fioccano, e per fioccano intendo uno.
Ma vi assicuriamo che il successo non ci cambierà e che non ci monteremo la testa, quindi prima che ci intervistino a Studio Aperto tra "Cotto e Mangiato", il servizio figa pelosa e quello sui cani abbandonati,  ci vediamo questa sera al Confine di viale Coni Zugna dalle 22.30 in poi per permettervi di offrirci una birra (e vi va bene perchè lì la birra costa poco), elargire perle di saggezza o rilasciare le prime interviste. Se siete ragazze potete anche sperare che io (Kitsch Master) vi dia una ravanata, il_giò no perchè poi sua moglie a casa lo picchia più forte del solito.
A tal proposito sono aperte le iscrizioni al concorso di media bellezza "Torna tra un paio di birre", per ragazze non bellissime che possono però sperare nell'alcol (bevuto dagli altri), spediteci le foto vostre, di parenti, amiche, passanti o ragazze che vi siete fatti in stato di ebbrezza che secondo voi possono partecipare.
Quindi accorrete numerosi stasera e potrete conoscere i vostri nuovi idoli 2.0 (nella foto: a volte le persone non sono come te le aspetti), come ci riconoscerete, prima cosa abbiamo le basette e poi, beh, facciamo così: arrivate davanti al locale urlando "Diario di un milanese!" come quando c'era Europa Europa con Fabrizio Frizzi e saremo noi a riconoscere voi.

venerdì 13 novembre 2009

I grandi Film di DDUM: Costa Speranza



Signore e signori, per la nuova rubrica "I grandi film di Diario Di Un Milanese" ecco a voi "Costa Speranza", un film d'ammore, di tradimenti e di cui non si sentiva il bisogno.
Lo regalo al primo passante che voglia produrlo, come la pubblicità dell'Activia, perchè vi voglio bene e mi annoio molto al lavoro.

Concetta (interpretata da una splendida Noemi Letizia) è una giovane dei quartieri spagnoli di Napoli; è una ragazza molto corteggiata nel suo liceo, ma lei si sta conservando per il vero amore e per questo le amiche un po' zoccole la sfottono. Concetta ha un grande sogno: entrare nella scuola di Amici di Maria De Filippi, anche se secondo lei la Celentano non capisce un cazzo.
Per i suoi 18 anni e per il diploma conseguito con il massimo dei voti, i genitori le concedono di andare con le amiche in Sardegna invece che alle terme di Ischia con loro come tutti gli anni.
Una sera Concetta e le sue amiche riescono a sgattaiolare dentro al Billionaire (e qui comparsate di Flavio, Elisabetta, Belen, Lele e compagnia bella), qui incontra Stefano (Stefano Bettarini, meglio usare il suo vero nome che così non si dimentica e se lo chiamano durante una scena lui si gira) un fotografo che le dice che conosce Beppe Vessicchio e che la può far entrare nella scuola.
Le cose sembrano andare benissimo, lui è dolcissimo, ma ha un lato oscuro: vuole trombare, però Concetta no, perchè non sa se è l'ammore vero.
Una sera ritornano al Billionaire e mentre Concetta è in bagno Stefano incontra la bella Carmen (Raffaella Fico, che nella locandina se guardate bene sta aprendo delle cozze, ex GF, ex di Cristiano Ronaldo, ora in una trasmissione con Papi e come dicevano i Club Dogo "Raffaella Fico con un milione me la ficco"), la sera stessa Concetta incontra Pasquale (Cristian Gallella, che neanche io so chi sia, però se metti su google "tronista napoletano" viene fuori solo lui) che fa il cameriere al Billionaire per pagarsi gli studi di giurisprudenza, i due si conoscevano già, perchè Pasquale abita vicino a Concetta e le madri fanno la spesa insieme.
Stefano comincia ad essere più assente, però lei lo ama, e quando lui non c'è, lei va in giro in motorino con Pasquale quando lui ha il giorno libero (e si capisce che chillo è nu buono guaglione).
Si arriva alla sera della traggedia: Concetta decide di fare una sorpresa a Stefano e va a trovarlo a casa sua perchè forse è la volta buona che gliela smolla, entra e lo trova a letto con Carmen, scappa piangendo, inizia a correre e correre per strada, ad un certo punto una macchina la sta per investire, ma qualcuno la salva: è Pasquale che la guarda negli occhi e capisce tutto, la fa montare sulla vespa e le dice "Andiamocene via da sta gent'emmerda".
Scena finale: Concetta e Pasquale sono vicino ad una macchina in un vicolo sotto casa (con tutto il solito florilegio di panni stesi, ragazzini che passano in due sul motorino, vecchie sedute fuori etc.) e si stanno per baciare, ad un certo punto la mamma di concetta urla dalla finestra "Concettì, allora, siete pronti?", risponde lui "Si, mammà, scendete pure!", e scendono i genitori di Concetta insieme alla madre di Pasquale (il padre è morto quando lui era piccolo, che da più profondità al personaggio e poi se no non ci stanno in macchina): stanno per partire tutti insieme per le vacanze ad Ischia.
Salgono tutti, Pasquale sorride ed entra in macchina, appena chiude la portiera parte la musica di Alessio "Ma si vene stasera", e la cinepresa si alza a volo d'uccello verso il golfo di Napoli.

mercoledì 11 novembre 2009

Rigurgito Adolescenziale


Ieri sera ho fatto il supergiovane e sono andato al concerto dei Green Day al Forum, ok, ho 29 anni, però io con questa musica ci son cresciuto, mi sentivo in dovere di presenziare.
Guardando lo spettacolo seduto sul mio posto numerato (quando avevo 14 anni non esistevano nemmeno) mi son lasciato andare a ricordi e qualche considerazione da vecchio che esporrò in un elenco puntato da vecchio:

1. Gli emo son dappertutto (nella foto il primo emo della storia).
2. Promemoria per il mio futuro: se mi nasce un figlio emo ricordarsi di dimenticarlo al primo autogrill.
3. Mio padre non mi ha mai accompagnato ai concerti e non lo ringrazierò mai abbastanza di non averlo fatto.
4. Ho iniziato a sentire i Green Day 15 anni fa, quando le due tizie davanti a me non erano ancora nate, e infatti mentre io cantavo a squarciagola "2000 Light Years Away" loro si guardavano come a dire "ma che cazzo è sta roba?!?"
5. Una volta i concerti per me erano un evento, si arrivava con i mezzi in un anticipo pauroso, in pratica stavano ancora montando il palco, mi ricordo la cappa di fumo che si creava dentro al palazzetto, la preparazione dei superalcolici dentro i bottiglioni della coca. i tappi delle bottiglie nelle mutande per i controlli (non sto a spiegare, o lo sapete o non lo sapete), l'odore di canne sugli spalti, intervallato dall'odore di mandarini (non so perchè ad ingegneria ed ai concerti c'è sempre qualcuno che mangia un mandarino), l'odore di ascella nel pogo, lo stage diving, le botte, i lividi, il solito ubriaco a petto nudo che ti abbraccia (quando non ero io l'ubriaco a petto nudo che abbracciava)...insomma mi ricordo tutto, tranne la musica, ora che sto fermo ed ascolto, mi rimane solo la musica e cambia tutto, devo ancora capire se in meglio o in peggio.
6. Cazzo, hai quasi 30 anni, è ora di finirla di ascoltare i Green Day!
7. Hai ragione, però magari vado al loro prossimo concerto e poi smetto....

lunedì 9 novembre 2009

MITOTOMITOMITOTOMIMITO.

Torino costa meno di milano. Puoi acquistare una birra in un locale come si deve per solo 2 euro e 50.

Torino è più pulita di Milano. Molto spesso puoi sentire l'odore delle montagne. Di prato d'estate di neve d'inverno.

Torino è meno incasinata di milano. Impiego solo 10 minuti dalla stazione a casa mia.

Torino ha il fiume che fa tanto Parigi e dopo anni mi sento sempre molto turista quando prendiamo un aperitivo li.

Torino ha il bellissimo museo del cinema e il film festival. Milano ha solo il film festival che è una scusa come un altra per sentirsi parte della comunità di gay ricchi e meno ricchi che affollano i locali di via tortona.

A Torino ci sono un sacco di serate diverse che a Milano non vedrò mai.

A Torino i Daft Punk hanno suonato gratis. A Milano c'erano i negramaro.

Io amo Milano.

Perchè milan l'è na gran milan!



non c'è cortesia , non c'è simpatia e non ho trovato nemmeno il bicchiere con sopra il mio nome


Cosa si può dire. sono cose che capitano. succede. non è bene che succeda ma succeda.

Mi sono recato in un noto live club della nostra amata metropoli. Pure troppo noto. E non volendo fare pubblicità negativa non ne rivelerò il nome, ma dirò solo che Al Capone ci ha passato anni, ci fanno musica dal vivo o disco con le cubiste in gabbia, ha dei semafori fuori e, se ancora non bastasse, il nome finisce in catraz.

Comunque. Insieme a uno sparuto gruppo di amichetti, biglietto alla mano (con prevendita grazie) ci incontriamo davanti al noto locale, sotto la pioggia, in mezzo a molta altra gente. Molta altra gente divisa su due file. Sempre sotto un sacco d'acqua.
Sicuri del nostro euroecinquanta di prevendita cerchiamo di capire da che parte si entra senza bagnarsi, ma con sommo disappunto ci troviamo in fila in mezzo ad altri possessori di biglietto, a fianco del muro senza cornicione, sempre e comunque sotto la pioggia.
eccheccazzo.

non si fa così.

Veniamo poi accolti dall'ineffabile buttafuori (buttadentro in questo caso, ma non di quelli tailandesi) che ci copre di insulti appena proviamo a accennare una timida protesta per la carente organizzazione...
eccheccazzo.

Non vi sto nemmeno a raccontare del concerto che tanto si sapeva gia che era pacco...

cose che capitano, direte voi, cari lettori.
Purtroppo si.

Pubblicità Freeware


Ho deciso di regalarvi le mie idee geniali, così, senza motivo, solo perchè sono gentile.
La prima che voglio proporre è una nuova pubblicità per Activia:

E' una storia struggente, il protagonista è uno stronzo, nel senso vero del termine, lo si riprende nell'intestino tipo un feto nella pancia della mamma, lo si vede che cresce, giorno dopo giorno,musica di sottofondo, tipo massive attack o bjork, una roba simile, delicata, ad un certo punto apre i suoi occhietti e cerca di uscire, ma niente, si iniziano a sentire gli sforzi del proprietario, cambia la musica di sottofondo, gli archi creano la tensione (tipo musica dello squalo), cambio scenario, una donna si avvicina al frigo, apre un'activia, prende una cucchiaiata, la telecamera è sul cucchiaio, si segue il percorso all'interno del corpo della donna come se fosse un fascio di luce che la percorre, sottofondo musica celestiale in crescendo, ad un certo punto si arriva verso l'intestino dove sta il nostro stronzetto, lui guarda su all'inizio preoccupato, poi gli si illumina il viso grazie al nostro activia, lui sorride, ha capito, inizia a muoversi, stacco di nuovo, e si vede il figlio della donna che scende per uno scivolo d'acqua urlando "guarda mamma!", la mamma si gira verso la telecamera, si sfiora la pancia, sorride, una lacrima le solca il viso "Grazie Activia".
Nero.
Fine.
Applausi in sala.
Lacrime tra gli spettatori, alcuni si abbracciano per l'emozione, alcuni telefono alla mamma che non sentono da anni,io stesso sono commosso in questo momento.

martedì 3 novembre 2009

Papà portami a far la coda


Ma cosa ci fa tutta questa gente in coda per ore al freddo e al gelo? Sono in fila per vedere la santissima salma di Natuzza Evolo (il peggiore caso di ginocchio della lavandaia della storia)? No, erano in corso Matteotti per entrare da Abercrombie.
A parte il fatto che cose del genere mi fanno perdere la speranza nel genere umano (roba da mettersi in ginocchio tipo Charlton Heston nel finale del "Pianeta delle scimmie", anche se le scimmie avevano una intelligenza superiore a quelli della foto...), ho alcune considerazioni da fare:
1. Abercromobie era figo finchè non potevi prenderlo a Milano, ora perde qualsiasi interesse. Prima ti mettevi una polo con l'alce andavi in giro e potevi dire: sai l'ho presa a Chicago! Ora che per comprarla basta prendere il metrò, il fascino è decisamente sparito.
2. Se devo spendere un sacco di soldi non voglio far coda, non la farei neanche per vedere le commesse fighe (o i commessi, dipende dai gusti), è un po' come essere in coda per una gang bang dove sei tu che farai la fine del Marrazzo
3. Se ci son mille persone in coda per comprare qualcosa, vuol dire che ho altre mille persone che saranno vestite come me alla fine, ne vale veramente la pena?

lunedì 28 settembre 2009

Milan Fesso Week


Durante la settimana della moda Milano diventa anche il centro del mondo dei pirla.
Non sarò certo io a lamentarmi per la quantità di modelle che affollano le strade e i mezzi della città, però si portano dietro una miriade di personaggi che si sentono in diritto di vestirsi da imbecilli perchè, io sono nel mondo della moda e tu non puoi capire un cazzo.
(Se non ci credete in mio soccorso viene il corriere).
Io non metto in dubbio la sensibilità artistica di questa schiera di creativi, anzi ben vengano, oserei dire "Vieni avanti creativo!", però il pensiero che il personaggio della foto possa aver ideato i pantaloni che indosso in questo momento mi fa ribrezzo.
Ci sarà qualcuno di normale che disegna cose per persone normali!
Me li immagino nei sottoscala di capannoni immensi, ammassati come nelle peggiori sartorie illegali cinesi, arsi dalla sete, frustati dal Dolce o Gabbana di turno "Lavorate maledetti etero! Disegnate i vostri schifosissimi jeans senza borchie e senza strappi sul culo!" " La prego signor Dolce, giuro che posso diventare ricchione! In questi jeans posso mettere delle frange e delle perline e...e....e degli inserti in camoscio, eh, cosa ne dice?!?" SLAM frustata "Maledetto etero, il camoscio andava 3 anni fa! Torna a lavorare alle tue cravatte regimental e lascia fare a chi ne capisce. Ora torno a lanciare il pagliaccetto da uomo per la prossima stagione"

mercoledì 23 settembre 2009

Stasera ho voglia di annoiarmi!


In tempi di crisi dovrebbero arrestare chi vi fa spendere 7 euro e 50 per vedere questo film.
Non fatevi fregare dalla locandina, è la cosa più allegra ed animata di tutto il film...
Trama: Castellitto è un italiano rompicoglioni che ha speso tutti i suoi soldi per beccar figa con una porsche, ma con scarsissimi risultati. Essendo noioso e disoccupato è costretto a girar da solo in macchina per l'europa. Un giorno vede Jane Birkin (famosa per le borse che ora porta magistralmente sotto agli occhi) in panne lungo la strada e pensa "Vabbè, meglio che niente...", ma non sa di essersi infilato in un cul de sac. Jane è nel circo peggiore del mondo, con pagliacci depressi, un forzuto basettato omosessuale latente (basta vedere come volteggia), una piccola ninfomane, ma soprattutto senza nani, e si sa che i nani nel circo ci vogliono...
Castellitto segue il circo pensando "prima o poi succederà qualcosa", che è esattamente quello che pensano gli spettatori. La sorpresa sta tutta nel finale del film, alla fine infatti si scopre che per 80 minuti non succede un cazzo e l'unico numero riuscito veramente al circo è la sparizione dei vostri 7 euro e 50. E' un film pericoloso perchè spinge ad atti di vandalismo verso i proprietari del cinema, personalmente volevo picchiarli e rubargli tutte le bomboniere del bar, qualcuno ha rubato l'estintore per rientrare dei soldi spesi e ho il dubbio (quasi la certezza) che la signora di fianco a me facesse delle puzze come atto di ribellione.

Film come questo rivalutano buona domenica...