Dopo una lunga latitanza una nuova puntata di una delle rubriche di maggior successo di questo blog…Il fatto che l'utlima puntata sia stata pubblicata n mesi fa, non vuol dire che siamo degli scansafatiche, ma semplicemente che trovare locali in questa città degni di una recensione su questa rinomata rubrica, è un impresa sempre più complicata.
Prima di recensire questo Biko, ci sono andato 2 volte, per capire se la prima volta, non fosse stato un caso. Invece no.
Tutto nasce dal fatto che al Bitte, in costante lotta con il comune di Milano (credo) non possono far entrare più di 150 persone alla volta. Cosa c'entra vi chiederete voi? semplice. Dopo aver atteso per circa mezz'ora davanti al suddetto Bitte (in via Watt zona Barona, circolo arci veramente TOP) in attesa che qualche avventore uscisse per lasciarci il posto, ci siamo diretti verso questo famigerato Biko. E' li vicino, in via Ettore Ponti sempre zona barona. C'ero gia stato una volta mille anni fa che ancora non era Biko ma circolo mondocolore (o una roba del genere…) e niente di che. Questa volta (queste 2 volte) la musica è cambiata.
Ho una personalissima teoria sui locali. Il pavimento di un locale contribuisce pesantemente al fascino del locale stesso. Cioè se entrate in un locale e ci torvate per terra le piastrelle che vi ricordano tanto la cucina di casa dei vostri, o il vostro liceo, ecco quel locale farà fatica a piacermi. Ma se entro in un posto dove per terra c'è un pavimento con del carattere è amore a prima vista. Il biko ha un fantastico pavimento in legno (assi lunghe) bianco sporco. fighissimo. Quindi il resto viene facile. Si entra da una sorta di disimpegno all'aperto da un anonima porta verde, segue corridoio con al fondo guardaroba ( ovviamente facoltatvo) e cassa (per fare la tessera arci obbligatoria). Sulla destra il locale vero e proprio, un bel bancone, e lo spazio per ballare con qualche tavolino.
La birra media costa 4 i coquetails (fatti veramete bene da baristi seri) solo 5. Per pochi euro vi portate a casa le soul cakes, torte dolci o salate…Lo spazio è sistemato veramente bene, il soffitto gode di un ampio finestrone vista cielo e palazzi, i muri bianchi hanno dei
disegni azzurri e rossi che non ricordo precisamente, il tutto sorretto dal sopracitato pavimento in legno. C'è anche un piccolo palco destinato al dj di turno…credo che non facciano molti live. Le due volte che sono andato, ho trovato entrambe le volte due diversi dj-set che mettevano solo ed esclusivamente vinile, e in particolare, northern soul, oldies, ska e rocksteady…cosa volere di più da un nuovo locale? Magari un po di figa non guasterebbe, ma per carità non per me, per i miei amici. Venerdì sera alle due era abbastanza vuoto anche se mi hanno giurato che prima c'era gente...
PS. Ovviamente, il nome Biko (ma non dovrei neppure dirvelo) è un omaggio a Stephen Biko, attivista sudafricano degli anni '70, morto in carcere.
Voto 7,5. Stiloso e underground. Pavimento da competizione.
mi sa che in quella casa lì state vedendo troppo real time, che, volete mettervi a fare gli interior designers!?!?
RispondiEliminahomer simpson sarebbe fiero di te!
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