Tranquilli, non voglio parlarvi di un pessimo film degli anni 80 con Madonna che mia sorella custodisce ancora gelosamente in VHS vicino a "Sposerò Simon Le Bon", voglio continuare ad ammorbarvi con le mie storie di viaggio, che è una cosa ben peggiore.
Per ragioni squisitamente personali sono sempre molto scettico ad andare in paesi con un regime totalitario, ho sempre paura di innamorarmene e non voler più tornare indietro. Poi a me i comunisti non son mai andati molto a genio, anche se amiamo i bambini allo stesso modo: croccanti fuori e morbidi dentro.
Il regime comunista controlla completamente l'informazione del paese e sapete benissimo cosa voglia dire questo: niente porno. La vera sollevazione popolare in Cina avverrà quando scopriranno dell'esistenza di "I racconti anali di Sofia Gucci" (e mai una sollevazione sarà così letterale).
In ogni caso son partito con il mio solito trolley di pregiudizi verso i cinesi, basati su un paio di passeggiate in Paolo Sarpi e qualche cena finita con "fluttaflittacalamellata".
Come sempre mi sbagliavo.
I cinesi sono un popolo caciarone, simpatico e dedito in modo impressionante (ed imposto) al lavoro. (Attenzione: seguirà battuta razzista) Immaginatevi un napoletano, ma con voglia di lavorare e molto, ma molto meno gel.
Shanghai è una città modernissima, pulita e nella mia ignoranza direi "occidentale", ci potrei quasi vivere se non fosse per quella piccola cappa di grigio inquinamento che oscura il sole anche nei giorni più limpidi.
La mia prima riunione di lavoro stava andando benone in un grattacielo nel distretto di Changning, quando ad un certo punto entra il mega capo assoluto della multinazionale ospitante (ometto con profilo su reuters.com per intenderci). Per mia sfortuna questo maledettissimo superpotente era esattamente uguale al cinese che esce nudo dal bagagliaio in "Una notte da leoni" ed il suo discorso motivazionale nella mia mente è diventato "Tu vuoi inculare me?" e "E' buffo perchè panzooooone" ed io ho dovuto pensare a tutti i morti della mia famiglia per mantenere una espressione professionale.
Finita la riunione siamo andati a pranzo in un ristorante coreano in cui ho avuto il mio primo approccio con il kimchi e le meduse e devo dire che non sono niente male, cioè, in ogni caso entrambe è meglio mangiarle che infilarsele nelle mutande.
Finito il pranzo un nostro ospite si alza e dice "Volete provare un'esperienza tipica cinese?" e nella mia mente è apparsa subito l'immagine dei massaggi con happy ending, "Vi andrebbe un massaggio?" Evvai, ci avevo azzeccato.
Ed eccoci accomodati nell'auto con autista in direzione centro massaggi. Entriamo nella stessa stanza io, il mio capo e l'ospite, che già mi stavo innervosendo perchè io per certe cose sono timido e la presenza di altri due uomini mi inquietava. Le cose peggiorano quando l'ospite ci chiede "Preferite un uomo o una donna?" Azz, ci ha portato in uno di quesi posti strambini. "Beh, donna". Entrano tre giovani cinesi a testa bassa, una mi si para davanti e scopro con orrore che è alta quanto me e assomiglia vagamente a Christian Vieri, quella del mio capo invece era decisamente carina se si soprassedeva su una leggera velatura di baffi da appuntato sul labbro superiore, ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro e chiedere un cambio di massaggiatrice sembrava brutto.
"Beh signori, ecco a voi una delle usanze più antiche della Cina, il massaggio ai piedi" Pffffiu.
Sollievo.
Sollievo.
Sollievo durato una frazione di secondo.
Il massaggio ai piedi è una delle esperienze più dolorose che abbia mai provato. Ad ogni mia smorfia di dolore la Bobo cinese se la rideva con le altre, ad un certo punto le tre nipotine di Mao si accaniscono su di noi e ad una fitta insopportabile il mio capo inizia a contorcersi. La seviziatrice gli fa capire "questo è il punto dello stomaco" ed evidentemente quella stronza sapeva cosa stava facendo, perchè dopo quel massaggio io non son riuscito ad andare in bagno per quattro giorni. Si vede che lì passa un tubicino per la cacca o qualcosa del genere e lei me l'ha annodato, così, tanto per farmi soffrire.
Usciti da questa tortura il nostro ospite ci dice "Una volta si facevano anche massaggi "speciali", ma dall'expo il governo li ha vietati" e fa un segno strano con la mano, come se usasse una pompetta.
Beh, ringrazio il governo cinese, non voglio nemmeno immaginare il dolore se avessero infierito come sulle mie dita dei piedi anche sul mio "dito senza unghia".
Approposito... Letizia, per l'expo 2015, pensa anche tu al problema massaggi...
Approposito... Letizia, per l'expo 2015, pensa anche tu al problema massaggi...
(Foto a caso fatte da me...ah, continua...per vostra sfortuna)
Sadicaccio....ho letto metà post con gli occhi socchiusi per non vedere quei mostri schifosi dentro i bicchieri di plastica. E guai a te se scrivi cosa sono, mi fa schifo anche leggerne il nome.
RispondiEliminaSenti un pò, ma è proprio vero che i cinesi sono tutti uguali?
RispondiEliminaPerchè da quello che scrivi mi sembra che anche le cinesi siano uguali ai cinesi.
quoto Lisbeth, che schifo.
RispondiEliminaCari tutti,
RispondiEliminadue cose:
quelli sono dei semplici grilli da compagnia, diversi dai grilli da combattimento che vendevano poco più in là e se vi fa schifo questa foto aspettate di vedere cosa metto nel prossimo post sulla cina
Per Daddy, no, non son tutti uguali, alcuni hanno un cappello. In ogni caso ci sono anche donne bellissime, te lo assicuro.