martedì 25 maggio 2010

Capitolo I: La genesi del mio interismo

(Avviso ai nostri cari lettori: questa per il blog sarà la settimana nerazzurra, ogni cosa che verrà scritta riguarderà in qualche modo i campioni d'Europa, quindi se non vi interessa tornate settimana prossima che saremo cazzari come al solito)

Io non so perchè sono interista, non posso saperlo, è una cosa che ho nel sangue, è un carattere per nulla recessivo che non potevo non avere, è una di quelle cose che i miei genitori mi hanno trasmesso, come l'astigmatismo di mio padre e lo spazio tra i denti davanti di mia madre.
Io DOVEVO essere interista, non c'era altra scelta, e nel mio percorso interista sono stato forgiato da tre persone.
Partiamo da una che non è della famiglia, la mia tata storica: la mamma Lucia.
Dovete sapere che da piccolo stavo più a casa della mamma Lucia (e di suo marito: il papà Rino) che a casa mia e visto che in quella casa c'era la nonna Lina che parlava solo barlettano stretto, quando tornavo a casa e dicevo cose tipo "nè" "moooo" "Ci vù da maaaaa?", i miei che odorano di zafferano da quanto son milanesi, mi guardavano come se sperassero che da un momento all'altro li avvisassero dello scambio di culle alla Macedonio Melloni.
La mamma Lucia, da buona pugliese, è molto interista, una sorta di Ultrà e, complice il bel periodo dell'inter di Trepazzon (come diceva la nonna Lina), ha influito pesantemente sulla mia educazione calcistica.
Poi vabbè, chiaramente mio padre, figlio della guerra, nato a Milano da genitori non milanesi, ma bauscia nel DNA, interista da subito.
Mio padre non è un tipo espansivo, capisco che è fiero di me quando mi da dei piccoli colpetti sulla nuca. San Siro è la cosa che ci ha sempre unito di più, abbiam fatto più discorsi in tribuna che a casa, e mi è mancato da morire non averlo di fianco ed abbracciarlo sabato sera, l'ho fatto ieri tornando sfatto dal lavoro con 4 ore di sonno sulle spalle, l'ho chiamato appena finita la partita ma non riuscivo ad articolare le parole in mezzo alle lacrime.
Poi c'era mio nonno. Il padre di mia madre, il bergamasco delle valli che si è innamorato dell'Inter che andava in ritiro a San Pellegrino Terme. Lui seguiva sempre la squadra. Era al Prater nel 64, a Milano nel 65 e nel 67 dopo la sconfitta con il Celtic che sanciva la fine della Prima Grande Inter (d'ora in poi ricordiamoci che è stata solo la prima) a casa di mia madre suona il telefono: "Buonasera, sono Giacinto, volevo avvisarla che l'aereo è in ritardo, il Gianni arriverà tardi".
Cacchio, Giacinto che chiama a casa per avvisare del ritardo, un altro mondo... anche se secondo me Pupi lo farebbe.
Mio nonno andava allo stadio con mio padre, lo considerava il figlio che non ha mai avuto e quando sono nato io è impazzito dalla gioia, un nipote maschio! Altro sangue nerazzurro!
Purtroppo non son mai riuscito ad andare a San Siro con lui, sempre troppo malato, se n'è andato poco dopo lo scudetto dei record. E' una cosa che mi è sempre mancata, forse è per quello che ho sempre usato il suo cuscinetto per andare allo stadio, era con me anche al Bernabeu (gli ho fatto una foto come se fosse un compagno di viaggio). Ero tentato di lasciarlo lì come gesto di estremo romanticismo, ma vaffanculo, è una delle poche cose che mi è rimasta di mio nonno, lo porto a casa, lo metto in una teca e non lo uso più, perchè sabato finalmente ho provato come si sentiva il mio nonno Gianni
L'ho pregato insieme al Giacinto e al Peppino durante tutta la partita, l'ho sentito vicino, meglio di così non mi sentirò mai, il cuscinetto si è meritato la pensione.

6 commenti:

  1. PIANGO COPIOSAMENTE. NON SONO AVVEZZA A QUESTI TONI. F

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  2. se fossi donna te l'avrei già data (nonostante la teoria dell'ingegnere).

    bellissimo post

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  3. Questo è davvero commovente.

    Quando chiedono a me perché sono interista non so come rispondere dato che non ho nessun parente interista e sono nato negli anni bui.

    E' una cosa che ho nel sangue, ma non genetica.

    Sono a favore della settimana nerazzurra, vi amo sempre di più!

    I campioni dell'Europa siamo noi.

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  4. L'emigrante belinese25 maggio 2010 alle ore 21:58

    Brividi, nonostante non sia interista

    Bel post

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  5. cheddire..pure io ce l'ho il cuscino, di mio papà, che non è più venuto allo stadio dal derby del campionato 79/80 (Milan 0 Inter 1) alla fine del quale si è preso un gavettone in testa...chissà com'è felice mio papà da lassù !!

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  6. Io piango ancora oggi ad una settimana dalla vittoria.
    Da pubblicare ed insegnare nelle scuole.

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