giovedì 24 febbraio 2011

Post giusto per far vedere che qualche cosa ho fatto.


Dato che il capo è andato a perdere la verginità in Cina (e io mi dico, con Lisbeth qua, a portata di mano, dimmi te se doveva andare fino la...) mi tocca tenere in piedi la baracca. Ovviamente non ho nulla da dirvi, quello che usa il blog come psicologo non sono certo io...Come sapete, ultimamente sopravvivo nella città della FIAT, e ieri sono venuto nella capitale morale per fare un colloquio di lavoro. E già questo sarebbe tutto un discorso a se. Ho avuto la brillante idea di prendere un dottorato di ricerca (giusto settimana scorsa) ma col cazzo che si trova lavoro...sono bloccatissimo nel campo della ricerca e più di quello non si trova. Troppo specializzato per fare altro, nessuna esperienza in altri lavori. Ma tanta buona volontà. Ecco, già che ci siamo, se qualcuno di voi fidi lettori ha tra le mani una posizione vagante (oltre che il proprio pisello) mi faccia sapere...
Quindi. Muovendomi in treno che costa meno sono passato obbligatoriamente dalla rinnovatissima stazione centrale. Di solito mi muovo in macchina ma oramai fare la milano torino costa come un low-cost per una capitale europea se non di più e ci sono più cantieri che strisce per terra.
Ora non so se avete presente la stazione centrala, l'han fatta bella. Piena di negozi luci scale mobili, manca un qualunque posto per sedersi ma vabbè. Per entrare in stazione, se si arriva con la verde si passa per forza dal mezzanino dove, tenendosi sulla destra per prendere le scale mobili si trova un negozio che mi ha sempre affascinato. C'è un negozio di scarpe. Di pessimo gusto. Tenuto male. In metropolitana. Questo negozio, che se non sbaglio si chiama zoccolaio, probabilmente riferito all'hobby del proprietario, non ha insegne, poca luce tanta polvere. Insomma una tristezza.
Però ragazzi le buffalo le trovate a 30 euro! ma ci rendiamo conto?! Le buffalo!!! le vendono ancora! sono passati solo tipo 14 anni dall'ultima volta che le ho viste addosso a un uomo (vivo) (che tra l'altro è uno dei lettori di questo blog e, no joe non preoccuaprti, non rivelerò chi è. Le buffalo. che fanno subito paio con la walls arancione. Comunque. In questo particolare negozio, troverete stivali di gomma leopardati viola, stivali da troia di ogni foggia e una serie di calzature femminile di dubbio gusto e pessima fattura credo. Devo ammettere che tutto questo degrado, concentrato in un unico negozio, in una zona della metro che puzza di piscio, e che ha resistito per così tanto tempo (è li da che né ho memoria) ha un certo fascino...certo i tempi passano per tutti, una volta oltre alle scarpe c'erano boa di piume di struzzo e il tavolino delle trecarte giusto di fronte alla vetrina con quello che faceva il palo.
Malinconia.

venerdì 18 febbraio 2011

Cultura in Volo

Io ho un grave problema per essere uno che viaggia per lavoro: non riesco a dormire sugli aerei. Le ho provate tutte, ma nisba, quindi mi porto molti libri da leggere. Di solito li scelgo con cura, la sequenza deve essere rigorosa e adatta al viaggio, ma soprattutto devono essere libri che mi facciano sembrare molto figo agli occhi degli altri passeggeri, è una regola ferrea per me.
Per il viaggio di domani però ho un problema. Un mio amico mi ha regalato tempo fa un libro di Fabio Volo e ciclicamente mi rompeva le balle perchè lo leggessi, quindi mi son visto costretto ad iniziarlo. Vi risparmio tutte le cose tipo: l'importante è che si legga, se avvicina i giovani ai libri ben venga o simili stronzate, perchè non è vero. Se scrivi devi scrivere bene. E Fabio Volo non ne è capace (neanche io, ma almeno non guadagno sulle cagate che vi propino). Domani, dicevo, mi aspetta un volo di circa 13 ore e sono arenato a 40 pagine dalla fine del libro e non ci penso neanche a portarmelo dietro, verrei preso per il culo anche dalle hostess cinesi. Stanotte a costo di non dormire devo assolutamente finirlo.
La cosa buona del libro è che dimostra che non c'è bisogno di sbattersi per scrivere qualcosa che possa piacere, basta una raccolta di frasi che sembrano post di facebook, alcune spiritose, altre che siano pseudo tristi e filosofeggianti sulle cazzate di tutti i giorni et voilà!
Quindi oggi non mi sbatterò, ecco il mio post al Volo:

Mi piace l'odore della benzina. Amo le donne, sono degli esseri fantastici, terra in cui germoglia la vita e portatrici sane di figa. Avete mai notato quanto è buono l'odore delle proprie scuregge? A volte le faccio sotto le coperte e le annuso come fumenti. Che bella la pioggia quando sei in viaggio in Vietnam. Un giorno un mio amico è morto. Mi piace far la pipì sotto la doccia (questa l'ha scritta per davvero). Ho incontrato una ragazza in Brasile e abbiamo fatto l'amore, avvinghiati come fossimo un corpo solo. Infatti era un corpo solo, il mio, completamente fatto di droghe delle tribù amazzoni. Io ho abbandonato tutto per cercare me stesso. Ho scoperto che me stesso lavora un'ora al giorno alla radio, scrive cagate, viene pagato per viaggiare, fa l'attore pur sapendo parlare solo in bresciano. Dovreste farlo anche voi, vi libera dal giogo della società.
Ho sofferto, facevo il panettiere.

(Vi lascio per una settimana alle cure de il_gio, che magari si sveglierà e scriverà qualcosa, ci sentiamo presto. Per chi non lo avesse capito: nell'immagine, tiro a Volo)

lunedì 14 febbraio 2011

Il Paese dell'Ammore

Qualche giorno fa sono andato a fare il visto per andare in Cina.
Dovete sapere che per andare in Cina dovete fare il visto e per fare il visto dovete andare in Viale Liguria 40. Non so se tutti gli uffici pubblici cinesi siano così, però è stato bellissimo: tutto pulito, organizzato, personale gentile e finiscono facendoti una sega.
Allora è un'usanza cinese! E pensare che davo del pervertito al mio amico che mi assilla da mesi per andare a farsi fare un massaggio nei centri cinesi.
"In pratica tu entri, ti massaggiano e poi alla fine c'è l'happy ending (o in questo caso handing)".
Invece ero io a non capire nulla, evidentemente la Cina è il grande paese dell'ammore e vuole dimostrarlo così.
Che popolo!
Si parla tanto della crudeltà del governo cinese verso i dissidenti e verso il Tibet, ma cosa hanno fatto per noi i monaci tibetani? Ok, Shaolin Soccer era figo, e Buddha ha un faccione simpatico e non è sempre lì a pavoneggiarsi del proprio fisicaccio come Cristo, però quante ventenni Tibetane vi hanno fatto passare il torcicollo con un seghino?
La millenaria cultura tibetana ha portato Richard Gere da American Gigolo ad Hachiko e non ci ha dato nulla di nemmeno equiparabile ad un involtino primavera.
Un paese che ha elaborato un' operazione simpatia così mirabolante può anche permettersi di calpestare i diritti fondamentali dei propri cittadini, è un piccolo prezzo da pagare per riuscire ad esportare il concetto di happy ending nel mondo.
Visto il proliferare dei centri massaggi evidentemente la società ha sottovalutato l'incidenza del mal di schiena sulla popolazione maschile italiana.
Come? Le ragazze lì dentro vengono sfruttate?
Beh, ma sicuramente meno sfruttate di una che sceglie di trombare con un uomo ricco e potente per qualche migliaio di euro, altrimenti avrebbero indetto una manifestazione anche in loro favore.
(Nella foto: aveva solo un po' di mal di schiena, non è uscito vivo dal centro massaggi, ma almeno è morto felice)

Buon San Valentino a tutti.


lunedì 7 febbraio 2011

Cheap&Chic Guida alla Milano da bere come si deve.


Dopo una lunga latitanza una nuova puntata di una delle rubriche di maggior successo di questo blog…Il fatto che l'utlima puntata sia stata pubblicata n mesi fa, non vuol dire che siamo degli scansafatiche, ma semplicemente che trovare locali in questa città degni di una recensione su questa rinomata rubrica, è un impresa sempre più complicata.
Prima di recensire questo Biko, ci sono andato 2 volte, per capire se la prima volta, non fosse stato un caso. Invece no.
Tutto nasce dal fatto che al Bitte, in costante lotta con il comune di Milano (credo) non possono far entrare più di 150 persone alla volta. Cosa c'entra vi chiederete voi? semplice. Dopo aver atteso per circa mezz'ora davanti al suddetto Bitte (in via Watt zona Barona, circolo arci veramente TOP) in attesa che qualche avventore uscisse per lasciarci il posto, ci siamo diretti verso questo famigerato Biko. E' li vicino, in via Ettore Ponti sempre zona barona. C'ero gia stato una volta mille anni fa che ancora non era Biko ma circolo mondocolore (o una roba del genere…) e niente di che. Questa volta (queste 2 volte) la musica è cambiata.
Ho una personalissima teoria sui locali. Il pavimento di un locale contribuisce pesantemente al fascino del locale stesso. Cioè se entrate in un locale e ci torvate per terra le piastrelle che vi ricordano tanto la cucina di casa dei vostri, o il vostro liceo, ecco quel locale farà fatica a piacermi. Ma se entro in un posto dove per terra c'è un pavimento con del carattere è amore a prima vista. Il biko ha un fantastico pavimento in legno (assi lunghe) bianco sporco. fighissimo. Quindi il resto viene facile. Si entra da una sorta di disimpegno all'aperto da un anonima porta verde, segue corridoio con al fondo guardaroba ( ovviamente facoltatvo) e cassa (per fare la tessera arci obbligatoria). Sulla destra il locale vero e proprio, un bel bancone, e lo spazio per ballare con qualche tavolino.
La birra media costa 4 i coquetails (fatti veramete bene da baristi seri) solo 5. Per pochi euro vi portate a casa le soul cakes, torte dolci o salate…Lo spazio è sistemato veramente bene, il soffitto gode di un ampio finestrone vista cielo e palazzi, i muri bianchi hanno dei

disegni azzurri e rossi che non ricordo precisamente, il tutto sorretto dal sopracitato pavimento in legno. C'è anche un piccolo palco destinato al dj di turno…credo che non facciano molti live. Le due volte che sono andato, ho trovato entrambe le volte due diversi dj-set che mettevano solo ed esclusivamente vinile, e in particolare, northern soul, oldies, ska e rocksteady…cosa volere di più da un nuovo locale? Magari un po di figa non guasterebbe, ma per carità non per me, per i miei amici. Venerdì sera alle due era abbastanza vuoto anche se mi hanno giurato che prima c'era gente...

PS. Ovviamente, il nome Biko (ma non dovrei neppure dirvelo) è un omaggio a Stephen Biko, attivista sudafricano degli anni '70, morto in carcere.

Voto 7,5. Stiloso e underground. Pavimento da competizione.