venerdì 28 maggio 2010

Finale: futuro nerazzurro

La vita sportiva di un figlio degli anni 80 nerazzurro è stata una merda. Un solo scudetto, anche se fantastico, mentre gli altri potevano venire a scuola con l'orrido cappellino con le treccine di Gullit per festeggiare ogni cazzo di trionfo, poi cresci e le cose peggiorano. Impari a gioire di poco, e per poco intendo la coppa Uefa, e questo è un bene, però inizia ad entrarti nel sangue la paura. Dopo un po' di tempo sei consapevole che la tua squdra potrebbe perdere in casa contro il Bologna con gol di Shalimov, per fare un esempio, oppure uscire dalla coppa con il Lugano o non entrarci per nulla a favore dell'Helsinborg, una squadra di pescatori di aringhe.
E poi c'è stato quel giorno lì. E quel giorno lì i tuoi sentimenti sono stati così massacrati che credi che nulla sia più possibile.
Arrivi quasi a maledire le persone che ti hanno reso interista, perchè non posso essere una merda felice come gli altri? Perchè devo essere una sorta di eroe sfigato, maltrattato da tutti e deriso?
Fino alla luce del 2006. Dal 2006 vinciamo tutto. TUTTO.
Diciamoci la verità però, quel fondo di paura è ancora in noi, cerchiamo di zittirlo, di non ascoltarlo, ma sappiamo che è lì e lo sentiamo durante ogni partita.
Questa paura ha reso ogni trionfo ancora più bello, più memorabile e per questo la ringrazio, ma ora, cara paura atavica, puoi andartene a fare in culo, sono stufo di te, il dottor Mou mi ha guarito.
Dopo la partita di sabato ho ricevuto questa foto da mia sorella, mi son commosso ancora di più, ecco la mia nipotina cicciona con la maglietta di Sneijder, ecco la nuova generazione interista, quella senza paura.
Siate boriosi ragazzi, siate antipatici, mettetevi le magliette nerazzurre per andare a scuola, fate dei cappellini con la pettinatura perfetta del capitano, ma soprattutto siate felici di essere interisti, perchè noi siamo campioni e gli altri prendono Yepes a parametro zero, perchè da noi un allenatore se ne va perchè non può far meglio, dalle altre parti se ne vanno perchè peggio di così non si può, perchè noi siamo campioni d'Europa 2010, gli altri lottano per lo scudetto 2006.
Grazie Mou per aver salvato il nostro futuro, ti ricorderemo sempre, ma vogliamo quello che ci spetta e se incontreremo il Real, vi spaccheremo il culo lo stesso.

(E con questo concludiamo la settimana nerazzurra, grazie di averci sopportato.)

Capitolo 4: Moury Poppins.


(Avviso ai nostri cari lettori: questa per il blog sarà la settimana nerazzurra, ogni cosa che verrà scritta riguarderà in qualche modo i campioni d'Europa, quindi se non vi interessa tornate settimana prossima che saremo cazzari come al solito)Detto così gia si capisce. Per chi non l'avesse capito cercherò di spiegarglielo.
Questa è la mia personalissima teoria su questo indimenticabile biennio interista assieme al Vate di Setubal.
Questi ultimi due anni sono stati strepitosi.
Una squadra esagerata, un allentore esagerato che ci lascia piangendo, del quale cercherò di salvare tutti i video possibili in una sorta di " vogliamo ricordarlo così" stile mai dire gol, il tutto concluso con la Tripleta che rimarrà per sempre nella storia del calcio italiano, più dell'Inter del Trap, più della Juve di Moggi.

Ecco quello che credo, e che più che altro spero, ma di cui per avere conferma dovremo per forza di cose aspettare il primo match ufficale della prossima stagione: l'effetto mary poppins.

No, non quello di ballare con degli spazzacamini barboni sui tetti di londra. L'effetto mary poppins sarebbe il regalo più bello che Mou ci possa lasciare.
Io credo profondamente, che il Vate di Setubal abbia fatto all'Inter quello che la meravigliosa Julie Andrews (chi non si è mai immaginato di farsi mary poppins alzi la mano) fa alla famiglia Banks; e il regalo più grosso non sarà più questa champion's, ma vincerne altre 100 con altri giocatori, altri dirigenti nuovi tifosi e lo stesso nuovo spirito che il Moury Poppins ha integrato nel DNA della società che si trasmetterà automaticamente a chi entra in squadra.
Decennni di squadracce, di infiniti arrivi e partenze, partite perse malamente, partite perse illecitamente, partite non vinte hanno minato profondamente la mentalità della squadra. L'inter non vince mai, l'inter perde all'ultimo minuto eccetera eccetera. Cose che spero di non sentire mai più.

Tutto chiaro? L'inter andrà avanti con questo spirito anche senza la nostra Moury Poppins, che ha insegnato a noi tifosi e ai giocatori sopratutto, a sognare, a lottare e credere nelle proprie forze, facendo dimenticare i momenti difficili e lasciando in secondo piano le cose meno importanti.
E come una buona mary poppins il troppo stroppia, se ne va piangendo, volando sospinto dal vento di nuove battaglie, verso una nuova famiglia da aiutare.

giovedì 27 maggio 2010

Capitolo 3: Festeggia Milano.

(Avviso ai nostri cari lettori: questa per il blog sarà la settimana nerazzurra, ogni cosa che verrà scritta riguarderà in qualche modo i campioni d'Europa, quindi se non vi interessa tornate settimana prossima che saremo cazzari come al solito)

Se il mio caporedattore (quello di questo blog...non è il mio capo? si si lo è se no mi toglie i privilegi da amminastratore e ci tengo molto...) ha avuto il coraggio e la fortuna di andare a Madrid in un viaggio alla riscoperta di se stesso e di come non riuscire a rimorchiare nemmeno a Madrid, io me ne sono rimasto buono buono nella capitale morale d'Italia.

La serata insieme a due amici inzia alle ore 19.00 in zona piazza del rosario. Ritrovo con motorino e via a prendere posto al prenotatissimo four-four-two, visto che aveva portato benissimo all'ultima di campionato (vedi video..).
Arrivati l'atmosfera è gia bella. C'è il rugby in tv. Per un attimo sono in centro a Londra. Fino alle 20.45 si procede in ordine sparso accaparrandosi 2 sgabelli (su 3 persone totali) a lato bancone e biretta-sigaretta-biretta-sigaretta-biretta-sigaretta-biretta-sigaretta a ripetizione intermezzate da una piadina. Fuori c'è gia gente che passa con bandiere suonando il clacson provocando piaghe da strofinamento alle zone genitali dei tifosi presenti.
La temperatura inizia a salire non metaforicamente. Alle 20.45 ci sono circa 30 gradi con un 90% di umidità stile Rio delle Amazzoni principalmente provocata da emanazioni umorali tipiche del tifoso in tensione.

Al 35esimo il pub salta per aria una prima volta. L'unico a farne le spese è quel magnifico poster delle squadre inglesi sotto il televisore di fronte al bancone in una pioggia di vetri. Sangue però non ne ho visto.

Al 70esimo non ricordo molto di quello che è successo. Ho abbracciato e baciato almeno 7/ 8 uomini (le fanciulle erano tutte sedute...) e il pazzo che stava mi stava davanti.

Alla fine del recupero si canta tutti insieme "C'è solo l'inter". Io ancora non capisco bene quello che vedo in tv. C'è una coppa bellissima, la coppa più bella che abbia mai visto in vita mia con attaccati 2 nastrini con i colori della beneamata. Non capisco. (devo ammettere che preferivo quando alzavano la coppa a centrocampo e non in tribuna con lo scoppio dei fuochi d'artificio e dei coriandoli colorati sincronizzato con il capitano...)

Continuo a non capire e ci rechiamo (benedetto sia lo scooter) in Duomo. Mai vista così tanta gente. C'è odore di polvere da sparo, di bruciato e di birra. Vetri ovunque. Ubriachi anche.
Note di colore: fuochi d'artificio sparati dalla fermata del 14 in via Torino, un R6 che sgasa per festeggiare, gente che piscia ovunque, trattore con rimorchio in zona foro bonaparte.
Finito il giro in duomo ci rechiamo a San Siro ad aspettare la squadra dopo un veloce cambio scooter-macchina con tappa pizzetta al ges pane di corsico... Sulla strada per san siro, con "oh mia bela madunina" a tutto volume al semaforo siamo fermi di fianco a una macchina di fratelli interisti estracomunitari che rispondono alla canzone con un timido "piscinina..."

Al Meazza è caos totale, per avere il bigliettino d'ingresso bisogna lottare tipo l'assalto ai forni del Manzoni e una volta dentro non c'è un cazzo se non due che a centro campo armati di microfono ci tirano scemi con la formazione tipo inzio partita e degli intermezzi con canzoni a caso e "pazza inter" ogni due altre canzoni. All'annunico che alle 3.40 la squadra parte da Madrid, distrutti, ci avviamo verso casa. (Uno dei miei due soci è poi ritornato alle 6 dopo un ora di sonno buona.)

Devo ammettere che non sono tipo da festeggiamento per strada. Ho goduto molto di più a festeggiare intimamente tutta questa settimana. La coppa mi ha reso migliore di tutti gli altri, sono felice, ascolto "C'è solo l'Inter" almeno due volte al giorno e so esattamente quanti colpi di tosse fa L'Avvocato Prisco nell'intro della canzone su Youtube.
Sono felice ancora adesso. Ma proprio felice. Nonostante i giornali, nonostante Mou, nonostante tutto.

mercoledì 26 maggio 2010

Capitolo 2: Il viaggio della redenzione

(Avviso ai nostri cari lettori: questa per il blog sarà la settimana nerazzurra, ogni cosa che verrà scritta riguarderà in qualche modo i campioni d'Europa, quindi se non vi interessa tornate settimana prossima che saremo cazzari come al solito)

"Sinceramente, voi, fareste mai una cosa del genere per la figa?" "No, mai nella vita". Inter batte figa 3 a 0. Ecco un altro titulo conquistato all'interno della nostra macchina e credo anche all'interno di centinaia di macchine in viaggio per Madrid.
Mercoledì scorso ero ormai sconsolato e convinto di restare a Milano, e poi all'improvviso, mentre stavo andando al concerto degli Skatalites (+ The Onedroppers che voi pecoroni vi siete persi) la Fra mi dice "Vuoi un biglietto per la finale? Al mio ragazzo ne avanza uno e vanno là in macchina". Domanda del cazzo, come chiedere "Scusa, la mia amica Scarlett Johansson chiede se puoi spalmarle quest'olio su tutto il corpo prestando particolare attenzione per le tette e l'incavo tra le chiappe". E anche il tragitto in macchina mi sembrava una cosa buona e giusta, una sorta di percorso di redenzione, per espiare tutte le volte in cui non ho creduto fino in fondo nella mia squadra, certo che era difficile avere una fede incrollabile in Jugovic, Pauolo Sousa, Cirillo, Brechet, Dalmat, Vampeta e compagnia bella...però evidentemente sbagliavo io, ormai lo considero il periodo in cui noi interisti venivamo dati in pasto ai leoni per il divertimento di un ex capostazione, fosse stato almeno un'imperatore...
Nonostante per la tensione abbia detto circa 7 parole in 2 giorni ai miei compagni di viaggio semi sconosciuti, il viaggio, questo viaggio, è stato indimenticabile. A partire dal tizio in cinquecento rossa incontrato da solo da Milano e successivamente verso Marsiglia alla volta di Madrid, credo si sia fermato un attimo a riposare verso Barcellona e si sia svegliato solo lunedì convinto fosse sabato, ora lui è al Bernabeu aspettando che cominci la partita.
Commozione quando ho incontrato uno dei reduci di via Massaua a Saragozza con la maglietta "Potrei compiere gesti inconsulti" "Questa frase io l'ho detta a studio sport!" la cosa preoccupante è che io me ne ricordavo pure.
Tutti i ragazzi incontrati negli autogrill all'andata, scambio di sguardi, il concetto era chiaro "Se i ragazzi sono
carichi la metà di noi ce li mangiamo i tedeschi".
Il momento più alto di interismo secondo me l'abbiam vissuto incontrando questi tre attempati ragazzi muniti di gazza sabato mattina in zona Atocha. Provenienza: New York. Se capitate a N.Y. andate da Milano, fine fashions for men, 245 West Jericho Turnpike, Huntington Station e salutatemi Salvatore, il migliore. Slang broccolino con pesantissimo accento meridionale, uno era pure milanista, ma seguiva gli amici di una vita per partecipare alla festa.
Già perchè stavo andando ad una festa, con gli avversari che non erano nemici, mentre bevevano e ridevano vestiti da pirla come i bambini di "Tutti insieme appassionatamente", che al massimo tra un rutto e l'altro dicevano "vafanculo!" ridendo come matti, ma in ogni caso ben lontani dalle coltellate "che se pijano e se danno" dell'olimpico.
E dopo la partita, vogliamo parlare del loro comportamento dopo la partita? Quando entravamo nei locali con la maglietta nerazzurra partivano gli applausi sinceri dei crucchi. Che bello non essere in Italia, dove si rischia di morire per una coppetta.
Il viaggio di ritorno è stato snervante, lunghissimo, ma affrontato con il sorriso sulle labbra e quindi è riuscito a scorrere.
All'ultimo casello francese lancio i due euro nel cestino, palo fuori. Cazzo che pirla, però, vabbè, meglio ora che durante la partita...
(Nell'immagine, eccomi ostentare sicurezza prima della partita).

martedì 25 maggio 2010

Capitolo I: La genesi del mio interismo

(Avviso ai nostri cari lettori: questa per il blog sarà la settimana nerazzurra, ogni cosa che verrà scritta riguarderà in qualche modo i campioni d'Europa, quindi se non vi interessa tornate settimana prossima che saremo cazzari come al solito)

Io non so perchè sono interista, non posso saperlo, è una cosa che ho nel sangue, è un carattere per nulla recessivo che non potevo non avere, è una di quelle cose che i miei genitori mi hanno trasmesso, come l'astigmatismo di mio padre e lo spazio tra i denti davanti di mia madre.
Io DOVEVO essere interista, non c'era altra scelta, e nel mio percorso interista sono stato forgiato da tre persone.
Partiamo da una che non è della famiglia, la mia tata storica: la mamma Lucia.
Dovete sapere che da piccolo stavo più a casa della mamma Lucia (e di suo marito: il papà Rino) che a casa mia e visto che in quella casa c'era la nonna Lina che parlava solo barlettano stretto, quando tornavo a casa e dicevo cose tipo "nè" "moooo" "Ci vù da maaaaa?", i miei che odorano di zafferano da quanto son milanesi, mi guardavano come se sperassero che da un momento all'altro li avvisassero dello scambio di culle alla Macedonio Melloni.
La mamma Lucia, da buona pugliese, è molto interista, una sorta di Ultrà e, complice il bel periodo dell'inter di Trepazzon (come diceva la nonna Lina), ha influito pesantemente sulla mia educazione calcistica.
Poi vabbè, chiaramente mio padre, figlio della guerra, nato a Milano da genitori non milanesi, ma bauscia nel DNA, interista da subito.
Mio padre non è un tipo espansivo, capisco che è fiero di me quando mi da dei piccoli colpetti sulla nuca. San Siro è la cosa che ci ha sempre unito di più, abbiam fatto più discorsi in tribuna che a casa, e mi è mancato da morire non averlo di fianco ed abbracciarlo sabato sera, l'ho fatto ieri tornando sfatto dal lavoro con 4 ore di sonno sulle spalle, l'ho chiamato appena finita la partita ma non riuscivo ad articolare le parole in mezzo alle lacrime.
Poi c'era mio nonno. Il padre di mia madre, il bergamasco delle valli che si è innamorato dell'Inter che andava in ritiro a San Pellegrino Terme. Lui seguiva sempre la squadra. Era al Prater nel 64, a Milano nel 65 e nel 67 dopo la sconfitta con il Celtic che sanciva la fine della Prima Grande Inter (d'ora in poi ricordiamoci che è stata solo la prima) a casa di mia madre suona il telefono: "Buonasera, sono Giacinto, volevo avvisarla che l'aereo è in ritardo, il Gianni arriverà tardi".
Cacchio, Giacinto che chiama a casa per avvisare del ritardo, un altro mondo... anche se secondo me Pupi lo farebbe.
Mio nonno andava allo stadio con mio padre, lo considerava il figlio che non ha mai avuto e quando sono nato io è impazzito dalla gioia, un nipote maschio! Altro sangue nerazzurro!
Purtroppo non son mai riuscito ad andare a San Siro con lui, sempre troppo malato, se n'è andato poco dopo lo scudetto dei record. E' una cosa che mi è sempre mancata, forse è per quello che ho sempre usato il suo cuscinetto per andare allo stadio, era con me anche al Bernabeu (gli ho fatto una foto come se fosse un compagno di viaggio). Ero tentato di lasciarlo lì come gesto di estremo romanticismo, ma vaffanculo, è una delle poche cose che mi è rimasta di mio nonno, lo porto a casa, lo metto in una teca e non lo uso più, perchè sabato finalmente ho provato come si sentiva il mio nonno Gianni
L'ho pregato insieme al Giacinto e al Peppino durante tutta la partita, l'ho sentito vicino, meglio di così non mi sentirò mai, il cuscinetto si è meritato la pensione.

martedì 18 maggio 2010

I grandi concerti di domani sera di DDUM

Ci sono occasioni che nella vita non si possono perdere. Il concerto di domani non è una di quelle, però è sicuramente una figata, gli Skatalites al Bloom di Mezzago (ci han suonato i Nirvana, inutile che fate tanto gli spiritosi).
Visto che siete una massa di ignoranti ci vediamo costretti a spiegarvi un paio di cose, gli Skatalites sono un gruppo Ska giamaicano, anzi direi che sono Il gruppo Ska giamaicano, dal momento che sono in pista dal 1963.
Del gruppo originale sono rimasti in tre visto che gli altri hanno scelto strade diverse come ad esempio la morte. Quelli rimasti hanno tipo 100 anni, ma ancora abbastanza energia per suonare la musica in levare in giro per tutto il mondo (Absinto, anche se sei lettore del mese, già non conoscevi i Madness, almeno questi li devi conoscere, non puoi andare avanti a sentire I Cosi e basta).
Il fatto interessante è che il concerto di questi simpatici vecchietti verrà aperto da un gruppo di giovani milanesi (tranne uno) chiamati OneDroppers che sono un gruppo di uno spessore non indifferente e non lo diciamo solo perchè uno di noi è nella sezione fiati.
Capirete che per voi che ci adorate a livelli di fanatismo è un'occasione per vedere tutti e due i milanesi uno tra il pubblico e uno on stage (che poi lo fanno scendere perchè mica può star lì tutta la sera a rompere i coglioni). Nonostante i suoi grandi impegni, al momento dell'intervista stava per andare in bagno, il chitarrista Jahno ha trovato il tempo per rilasciare una dichiarazione in esclusiva per DDUM: "L'amore vince sempre sull'invidia e l'odio...e se non avete un cazzo da fare venite al Bloom".

il_gio aggiunge: Potrei farvi un pippone così sugli Skatalites, ma per questa volta ve lo risparmio, ma per farvi capire l'importanza della band in questione vi dico solo che sono come il Buena vista social club ma non così sponsorizzati (un documentario l'hanno fatto anche loro comunque)...l'occasione è imperdibile in quanto l'oroglogio biologico corre per tutti e il cantante dei OneDroppers quasi sicuramente non tira la fine del 2010 (ciao Jack, chi???).
Per interviste, autografi, riscossione crediti siamo a vostra disposizione ovviamente.

Riassumendo:
Mercoledì 19 Maggio
Bloom
Via Curiel 39, Mezzago (MI)
Skatalites + The Onedroppers
Euro: 15

Apertura ore 21
Inizio OneDroppers 21.45 (che dovrebbe essere quello che vi interessa...)
Inizio Skatalites 23.00

venerdì 14 maggio 2010

Se Mileno avesse lu mere... (Sarebbe una piccola Beri)

L'altro giorno il mio amico tedesco/finalese mi manda questo link esaltato perchè la Liguria ha più bandiere azzurre dei ragazzi della curva B del Napoli.
Ora, è evidente che queste bandiere vengano messe più a cazzo delle bandierine di Emilio Fede nel 2000 (che alla fine era solo in anticipo di 10 anni), visto che la Liguria ha mille bandiere in più della Sardegna.
Del mio amore e odio verso la Liguria vi ho già parlato, però, dai, meglio della Sardegna no, andiamo! Va bene dare delle bandiere blu a Loano e Chiavari quanto meno per i nomi di un certo spessore, però due bandiere diverse ad Albissola e Albisola, ma non lo vedete che sono lo stesso paese! Ci stanno prendendo per il culo da anni! (E qui mi son giocato l'amicizia della Chiara di Albisola Superiore).
Ma il vero scandalo sono le due bandiere al Piemonte. Il Piemonte, avete presente? Quello senza il mare! Dicono per i laghi, ma è evidente che è tutto per tenerli buoni per la storia di Moggi e la serie B.
La Lombardia non può stare a guardare senza far niente e quindi in previsione dell'Expo 2015 parte il progetto "Mare a Milano", che è un nome migliore del già utilizzato "NavigaMilano" che sembra il titolo di un porno gay tra marinai.
Il mare di Milano si estenderà nella zona sud che fa più caldo, scavando un canale direttamente dalla nostra succursale Milano Marittima, loro ci danno il mare e noi gli lasciamo fissi Bobo Vieri e Pippo inzaghi che diciamo, "faranno girare l'economia". Le seguenti città verranno inondate: Opera, Rozzano, Pieve Emanuele, Gratosoglio. Ai residenti che porteranno un certificato di non tamarraggine (qualora ve ne fossero) verrà fornito un pedalò a forma di cigno, a tutti gli altri delle Buffalo anni '90 con suola in cemento armato. Il cavalcavia di Piazzale Corvetto sarà rinominato Lungomare Korvetto Komanda e si potrà andare in giro con i rollerblade come in Miami Vice, la spiaggia si estenderà per tutto il quartiere di Santa Giulia che tanto non ci hanno ancora costruito un cazzo.
In puro stile milanese ci sarà una spiaggia pubblica e poi una privè con sabbia in pura cocaina, buttafuori, liste per l'ingresso e discriminazione totale (ABSINTO essendo lettore del mese avrà in omaggio un ingresso, poi verrà cacciato fuori a calci nel culo).
La spiaggia pubblica verrà data in gestione alla comunità pugliese di Milano che rappresenta circa il 95% dei milanesi, verranno costruiti dei Trulli al centro di Piazzale Bologna per farli sentire più a casa e verranno installati dei distributori automatici di riso patate e cozze.
Non vedo l'ora di andare a guardare il tramonto bevendo un Negroni seduto in una delle paraboliche della sede Sky completamente sommersa.
(Nella foto: luglio 2016, gita domenicale in via Marochetti).

Nota de il_gio: Finalmente la fermata Porto di mare avrà il suo riscatto. Me la ricordo ancora la prima volta che ci andai (che motivo può avere uno di andare a porto di mare sulla gialla? Portare ad aggiustare un portatile...), ecco mentre arrivavo (duomomissori crocettaportaromanalodibrentacorvetto), stavo pregustando fermata dopo fermata...uscire dalla scala mobile che ti fa intravedere un po' per volta quello che c'è fuori e trovare mare sabbia belle donne e quel rumore di onde e grida di bambini che fa da sottofondo nei posti di mare affollati. L'unica cosa che si avvicinava al concetto di mare era il caldo allucinante di un giorno di fine luglio...Ci rimasi malissimo. Per un nome così bello mi aspettavo qualche cosa di meglio...

martedì 11 maggio 2010

I Grandi Concerti dei Grandi Gruppi del grande Diario di un Milanese


LATO A - Saturday Madness

Avete presente il sabato del villaggio? Beh, noi l'abbiam sperimentato al concerto dei Madness, per noi intendo io e il_gio. Diciamo che l'aspettativa era tanta, verso ottobre sono entrato correndo dentro a Mariposa Duomo, mi son tuffato sul bancone per superare tutti ed ho urlato : "UN BIGLIETTO PER I MADNESS!" credendo di essere l'ultimo stronzo in tutta Italia a non averlo preso. Il tizio mi ha guardato con il suo solito sguardo a metà occhio e ha tirato fuori sconsolato una caterva di biglietti "Solo uno?". Forse dovevo iniziare a capire.
Il fatto è che l'ultima volta che avevano suonato in Italia io non capivo un cazzo e chiedevo a babbo natale di regalarmi le Puma disc e quindi pensavo ci fossero un sacco di richieste.
Dovete sapere che io ho sempre più o meno ascoltato ska e affini, però da quando conosco Biagi ed il_Gio son praticamente costretto a sentirlo e sentirne parlare sempre. "Oh iscriviti anche tu al gruppo facebook per avere gli Statuto come gruppo spalla" mi ha detto il_gio mesi fa. Ed invece erano già previsti gli Skiantos, che a me han fatto sempre cagare, gli alfieri del rock demenziale di sto cazzo, non fanno ridere nemmeno a morire, quando sentivo Freak Antoni con Ariele su rockFm cambiavo stazione...
"Oh, son previsti scontri tra skin, mod e reds!" mi fa sempre il_gio un paio di giorni prima "vestiti normale, cerchiamo di non prendere coltellate" ed infatti ero vestito perfettamente da skin, eccheccazzo, le Ben Sherman le metto pure al lavoro figurati se non la metto al concerto dei Madness!
Passo a prende il_gio "Oh, ti dico una cosa che ti svolta la vita!" "Oh Gio, hai rotto il cazzo.", birrette nel sacchetto come al liceo e pronti ad andare al PalaSharp, ex MazdaPalace, ex PalaVobis, ex Palatucker, ma che quando non mi ricordo il nome io chiamo ancora Palatrussardi.
Devo dire che la cosa più bella è stata la gente, un fantastico miscuglio di mod, skin, gente normale e due tizi con la maglietta dei Metallica e dei Motorhead...mah.
Biagi ed il_gio salutano 100 persone che io non conosco, sempre con la stessa frase "Oh, una notizia che ti svolta la vita". Parlando del Concerto...mah, bisognava andarlo a vedere, però non ci andrei una seconda volta, insomma, tanto tanto pop, un po' come andare al concerto di Gianni Morandi, ma senza il buffet post concerto in gabinetto (questa la possono capire in pochi).
In ogni caso, grandi balli per i classici, anche perchè ci avevamo speso dietro 40 euro, suoni abbastanza a cazzo e l'impressione che sarebbe stata l'ultima volta che li avremmo visti.
Dopo tutti al Bitte che invece è stato figo, con i dj amici del Gio che per altro son quelli che gli han dato la notizia che gli svolta la vita, quindi un po' mi stanno sul cazzo. In ogni caso ho deciso che lo scopo della mia vita è imparare a ballare Northern Soul, che mi piace e poi metti che una sera uno skin di due metri per due mi dice "Balla northern soul bene o ti distruggo di mazzate" potrebbe essere una cosa che mi salva la vita...

LATO B - Un passo avanti.

Effettivamente quando si era saputo che sarebbero passati a suonare a Milano dopo 20 anni come unica data italiana, quei 40 euro sono usciti facili facili veloci veloci dal portafogli…avere in mano il biglietto è stato come trovare il biglietto d'oro per la fabrica di willy wonka dove al posto degli umpa lumpa c'erano skniheads e mod…
Quindi dopo aver rischiato di dimenticarmi il biglietto prima a Torino e poi in macchina, arriviamo davanti all'ingresso del palasharp (forse non tutti sanno che gli sharp sono un gruppo skinhead antirazzista quindi insomma c'era un po un gioco di parole (sharp sta per skin head against ratial prejudice…vabbè)): non ci siamo accorti di aver fatto un salto nel passato in quanto il pubblico è assolutamente diviso tra skin mod e affini, facendoti assaporare un po quell'Inghilterra anni 70 che a noi giovani piace tanto.
Il concerto inzia alle 21.30 precisissimo, di quello che c'era prima non ne parliamo nemmeno che tanto…
La storica band inglese apre ovviamente con il biglietto da visita che gli ha dato gloria imperitura, One step Beyond.
Bum.
Il palasharp salta per aria.
Doccia di birra per me.
Tra l'altro One Step Beyond è una cover di Prince Buster.
L'oraemmezza di concerto passa veloce e i nostri eroi alternano vecchi successi (ditene una? si, l'han fatta.) a nuovi pezzi presentati nell'ultimo disco "the liberty of norton folgate" di cui ho un parere che, come direbbero su wikipedia, devo ancora disambiguare nel senso che non ho ancora capito quanto mi piaccia…comunque risalgono sul palco per un " encore" con (se non mi ricordo male) "swan lake", "night boat to cairo" con delirio del pubblico pagante (mia preferita) e gran finale con "madness"…
Insomma diciamo tutto bello, non esagerato, si vede che son li per il grano, ma finalmente posso spuntare il nome Madness dalla lista di gruppi che devo vedere prima di morire (io o loro..)…ma ho una notizione che vi svolta la vita a proposito di gruppi…

Il dopo concerto lo passiamo al Bitte in una serata veramente da incorniciare. Roba così a Milano non si vede spesso.
Cerco di rendere l'idea: 4/5 dj di tutto rispetto, Herby, Lord Cumiana e altri, un sacco di gente, ska original, northern soul, r&b, ottimi ballerini in pista, facce allegre, odore di vinile e pure il banchetto "sound of the street" del buon Piero che passa la vita a vendere magliette spille e affini in giro per i festival di mezza europa...
Insomma l'ingresso era di 5 euro ma gliene avrei lasciati il doppio tranquillamente...

giovedì 6 maggio 2010

I Grandi Viaggi di DDUM: Bucharest

E' un periodo un po' particolare della mia vita, è da qualche settimana che i miei pensieri sono riassumibili in "INTERINTERINTERINTERINTER" ed è per questo che ho pensato che un bel viaggetto anche se per lavoro mi avrebbe fatto bene, allontanarmi un po' dal calcio, vedere nuove città e soprattutto incassare la diaria. E allora via! Destinazione Bucarest, città famosa per un cazzo di niente. Son pratito con un piccolo bagaglio a mano con pigiama cambio camicia e cravatta per il secondo giorno e circa una tonnellata di pregiudizi. Insomma, inutile girarci intorno, non è che quando si pensa ai romeni in Italia venga in mente solo Chivu, c'è anche quel drogato di Mutu ed una marea di zingari che hanno una cultura millenaria, bisogna capirli, non dobbiamo aver paura di quello che è diverso da noi, ma da quando mi han rubato in casa mi stan sul cazzo.
Sono stato positivamente sorpreso, città bella, non bellissima, ma sicuramente non un cesso, palazzi belli e restaurati (pare venisse chiamata la Parigi dell'est prima del piccolo disguido comunista) e l'edificio pù esteso dopo il Pentagono che ora è la sede del parlamento, prima era la sede dell'ego di Ceausescu. Palazzo senza nessun senso di esistere, però c'è. In un paio di giorni ho visto principalmente il centro, però dovete vedere quanti parchi, puliti, ben tenuti, con giochi per bambini nuovissimi. Immaginatevi un Forlanini pulito senza i rumeni da esportazione ubriachi che ci bivaccano in mezzo. Zingari visti 2, con anche i locali che mi dicevano "Eh, voi avete il problema deli zingari. E' colpa della vostra polizia che non fa niente", visto che mi guadagno da vivere anche grazie a loro non ho potuto ribattere "Brutto pirla, la vostra soluzione è stata spedirli a noi, ti sembra un cazzo di ragionamento normale?".
L'unica cosa che non ho capito è l'esistenza del mestiere di palo. Sia di giorno che di notte c'è gente che sta ferma vicino ad una macchina oppure ad un locale o ad un portone aperto così, apparentemente senza far niente, solo a fare il palo o l'antifurto umano, spero siano retribuiti, in ogni caso la cosa è inquietante.
Ok, ho già scritto abbastanza righe, ora si può dire: c'è molta meno figa di quanto mi aspettassi. Un po' nei vari casinò della città, ma mi sa che non si possono mettere in nota spese. Ottima la reputazione degli italiani, dopo 5 minuti che un taxi mi seguiva mentre giravo per il centro chiedendomi "What do you want?" e io "Nothing" son sbottato e gli ho detto "Oh, hai rotto il cazzo!" "AHAHAHAH, rotto il cazzo! Italiano! Dimmi prima! Tu vuoi scopare con studentessa 60 euro?" Ho risposto gentilmente di no, che poi studentessa di cosa? Ingegneria? Mi ricordo ancora gli esseri che erano in corso con me. Lettere? E se poi mi faceva delle domande? Io della letteratura rumena non so un cazzo, pagare per poi far la figura dell'ignorante non mi sembrava il caso e poi comunque avevo i porno gratis in camera.
Vi dicevo che ho preso questi due giorni per staccare la spina dai veleni del calcio italiano, ma ho sbagliato posto. Nel giro della città mi indicano la casa di Gigi Becali, proprietario della Steaua, cugino dei procuratori di Chivu (ufficiale è come si legge in italiano, non civu) e Mutu, che abita in questa villetta con un Cristo gigantesco all'ingresso e pare che passi le giornate su un trono dorato ad osservare la strada (notare nella foto le guardie). Da quel momento si è iniziato a parlare di calcio ed eccomi di nuovo nel mio sogno (perchè non è un'ossessione...), e sotto a discutere di Mourinho e Lucescu, Hagi, Chivu, Radu e Mutu.
Per paura non mi piacesse la loro cucina mi trascinano in un posto chiamato Trattoria il Calcio con i camerieri con le maglie dei calciatori, avviso subito che se mi serve quel "fat bastard" di Ronaldinho io non mangio, per fortuna ci capita Chivu. (Per il Barone Birra, birre rumene bevute: Ursus, Ciuc, Silva scura, leggera preferenza per la Ursus, ma non sono il massimo). Cazzo, io odio i ristoranti italiani all'estero, preferirei la fame, passo le ore a leggere il menu sapendo che verrò inchiappettato, ma ad un certo punto mi cade l'occhio: Milanese alla Zenga.
Presa!
L'uomo ragno non mi può tradire.

(P.S. son tornato in tempo per vedere la finale di coppa Italia, senza problemi posso affermare: meglio i rumeni dei romanisti).