mercoledì 26 maggio 2010

Capitolo 2: Il viaggio della redenzione

(Avviso ai nostri cari lettori: questa per il blog sarà la settimana nerazzurra, ogni cosa che verrà scritta riguarderà in qualche modo i campioni d'Europa, quindi se non vi interessa tornate settimana prossima che saremo cazzari come al solito)

"Sinceramente, voi, fareste mai una cosa del genere per la figa?" "No, mai nella vita". Inter batte figa 3 a 0. Ecco un altro titulo conquistato all'interno della nostra macchina e credo anche all'interno di centinaia di macchine in viaggio per Madrid.
Mercoledì scorso ero ormai sconsolato e convinto di restare a Milano, e poi all'improvviso, mentre stavo andando al concerto degli Skatalites (+ The Onedroppers che voi pecoroni vi siete persi) la Fra mi dice "Vuoi un biglietto per la finale? Al mio ragazzo ne avanza uno e vanno là in macchina". Domanda del cazzo, come chiedere "Scusa, la mia amica Scarlett Johansson chiede se puoi spalmarle quest'olio su tutto il corpo prestando particolare attenzione per le tette e l'incavo tra le chiappe". E anche il tragitto in macchina mi sembrava una cosa buona e giusta, una sorta di percorso di redenzione, per espiare tutte le volte in cui non ho creduto fino in fondo nella mia squadra, certo che era difficile avere una fede incrollabile in Jugovic, Pauolo Sousa, Cirillo, Brechet, Dalmat, Vampeta e compagnia bella...però evidentemente sbagliavo io, ormai lo considero il periodo in cui noi interisti venivamo dati in pasto ai leoni per il divertimento di un ex capostazione, fosse stato almeno un'imperatore...
Nonostante per la tensione abbia detto circa 7 parole in 2 giorni ai miei compagni di viaggio semi sconosciuti, il viaggio, questo viaggio, è stato indimenticabile. A partire dal tizio in cinquecento rossa incontrato da solo da Milano e successivamente verso Marsiglia alla volta di Madrid, credo si sia fermato un attimo a riposare verso Barcellona e si sia svegliato solo lunedì convinto fosse sabato, ora lui è al Bernabeu aspettando che cominci la partita.
Commozione quando ho incontrato uno dei reduci di via Massaua a Saragozza con la maglietta "Potrei compiere gesti inconsulti" "Questa frase io l'ho detta a studio sport!" la cosa preoccupante è che io me ne ricordavo pure.
Tutti i ragazzi incontrati negli autogrill all'andata, scambio di sguardi, il concetto era chiaro "Se i ragazzi sono
carichi la metà di noi ce li mangiamo i tedeschi".
Il momento più alto di interismo secondo me l'abbiam vissuto incontrando questi tre attempati ragazzi muniti di gazza sabato mattina in zona Atocha. Provenienza: New York. Se capitate a N.Y. andate da Milano, fine fashions for men, 245 West Jericho Turnpike, Huntington Station e salutatemi Salvatore, il migliore. Slang broccolino con pesantissimo accento meridionale, uno era pure milanista, ma seguiva gli amici di una vita per partecipare alla festa.
Già perchè stavo andando ad una festa, con gli avversari che non erano nemici, mentre bevevano e ridevano vestiti da pirla come i bambini di "Tutti insieme appassionatamente", che al massimo tra un rutto e l'altro dicevano "vafanculo!" ridendo come matti, ma in ogni caso ben lontani dalle coltellate "che se pijano e se danno" dell'olimpico.
E dopo la partita, vogliamo parlare del loro comportamento dopo la partita? Quando entravamo nei locali con la maglietta nerazzurra partivano gli applausi sinceri dei crucchi. Che bello non essere in Italia, dove si rischia di morire per una coppetta.
Il viaggio di ritorno è stato snervante, lunghissimo, ma affrontato con il sorriso sulle labbra e quindi è riuscito a scorrere.
All'ultimo casello francese lancio i due euro nel cestino, palo fuori. Cazzo che pirla, però, vabbè, meglio ora che durante la partita...
(Nell'immagine, eccomi ostentare sicurezza prima della partita).

4 commenti:

  1. certo che anche tu però.. col sciarpone in lana merinos di mr mancini al collo nei 40° gradi del bernabeu..

    grande, comunque! io ero sopra di te, al 2° anello.. al vomitorio 309.

    RispondiElimina
  2. Infatti avevo un caldo della Madonna, però la divisa da stadio DOVEVA essere quella.

    In ogni caso io ero al vomitorio 211. Anche se devo ancora capire perchè lo chiamano così...

    RispondiElimina
  3. Cazzo però che invidia. Avrei dato tutte le dita dei piedi, 6 delle mani, un orecchio, un polmone e un rene pur di essere lì.

    Fortuna che almeno dopo ho visto la Coppa in mano al Pupi a San Siro.

    RispondiElimina
  4. oh, tra l'altro il signor "potrei compiere gesti inconsulti" l'avevo visto pure io a studio sport, un grande!

    RispondiElimina