mercoledì 17 novembre 2010

Una storia milanese

Ci sono storie che ti aprono il cuore, persone speciali che riescono a cambiare la loro vita difficile attraverso il lavoro e la forza di volontà. Vite che possono essere di esempio per tutti voi là fuori: non abbiate paura, anche voi potete farcela. Oggi, il nostro (e vostro) grande amico Biagio ce l'ha fatta: è diventato milanese.
La sua storia inzia in una notte di dicembre di molti anni fa, un gommone di disperati attracca alla Martesana per sfuggire ad un paese lontano, un paese fatto di polvere e miseria di cui troppo spesso ci dimentichiamo: il Molise. Sceso dalla barca con altri 540 disperati (ha portato solo i parenti più stretti), il Biagio, pur non conoscendo la lingua, cerca di sopravvivere facendo i lavori più umili ed alla fine, spinto dalla fame, si iscrive alla facoltà di design del Politecnico di Milano. Negli anni Biagio si distingue per la sua voglia di fare, inizia a comprendere la lingua e trova persino l'amore con una ragazza del nord...cioè, se consideriamo i liguri gente del nord, ma questa è un'altra storia.
Le cose sembrano andare per il meglio ed è in questo periodo che io incontro Biagio, lavoravamo in una fantastica multinazionale nel varesotto che ci sottopagava con regolarità ogni tre mesi. Ho avuto subito simpatia per questo povero disgraziato che a malapena poteva distinguere una cassoeula da una trippa. Attraverso lui ho conosciuto anche il Gio, un ragazzo che lo aiutava già da tempo ad integrarsi nella realtà milanese.
Mi scrive oggi Biagio:
Kitsch, ho passato la notte in bianco con il cagotto, ho l'influenza da mesi eppure son qui a lavorare.
Oggi 17 Novembre 2010 Biagio è diventato milanese.
E l'ha fatto contro tutti, contro i milanesi che non lo accettavano perchè straniero, contro suo padre che voleva che continuasse il lavoro di famiglia: l'invalido, contro le leggi del suo paese che gli impedivano di mangiare la cotoletta.
Signori, è un grande giorno, quest'uomo merita rispetto.
Oggi DDUM istituisce ufficialmente il giorno di Sant'Ambriagio.
(Nella foto: DDUM organizza una festa per Sant'Ambriagio. In primo piano Biagio, Kitsch, il Gio, alle loro spalle i parenti di primo grado di Biagio).

Scrive il_Gio: Ah, ancora me la ricordo la prima volta che incontrai Biagio, fu la scoperta di una persona molto piacevole grazie all'aiuto del suo interprete...in questi anni molte cose sono migliorate anche se dice ancora calzino con la "z" di zia e non la "z" quella dura...noi possiamo solo immaginarci la fatica fatta da questo ragazzo a integrarsi così totalmente nella nostra bella città, passando per diverse peripezie, non ultima la convivenza con due ragazzi molto raffinati dai nomi femminili. Certo, dovrà lavorare ancora molto per correggere ancora alcune abitudini aborigene (la passione per la zuppetta di pesce (anzi di pescato) del paese suo, ad esempio), ma ragazzi, qua siamo di fronte ad un cambiamento darwiniano, alla nascita di una nuova specie: l'homo milanensis simplex!!! Bravo Biagiii i tuoi padrini di milanesità sono molto orgogliosi di te, ma ora la sedia a rotelle, il bastone e gli occhiali da cieco, il finto gesso per il braccio buttali definitivamente!

6 commenti:

  1. aspetto concorso per la progettazione dell'ambriagino d'oro...

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  2. Sono sinceramente commosso.
    Certo i numeri dicono altro. Dicono, per esempio, che per un Biagio che sceglie di diventare milanese ci sono almeno 150.000 Biagii che non ce la fanno.
    Tuttavia, lungi dal demoralizzarvi, vi invito a non credere completato il cammino del Biagio.
    Come interpreteranno i suoi parenti questi sintomi di milanesità? Li riconosceranno come tali o li imputeranno ad una malattia?

    Credo ne invocheranno la seminfermità mentale per poi "grattargli" l'accompagnamento.
    Non lasciatelo solo proprio adesso.
    Ricordatevi che se salverete il Biagio avrete salvato Milano!

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  3. "cioè, se consideriamo i liguri gente del nord"

    Dai dati che ho reperito alla locale sede degli alpini il Sud inizia appena sotto Pontida più o meno alla latitudine di 45° e 73'.
    Milano è in piena Basilicata.

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  4. Cari tutti,
    quanto affetto per Ambriagio! Se potesse scrivere lui direbbe "Me sun cumos cum un bambin, che sont tre ur che son drè a chiagne" (il suo milanese ancora zoppica vistosamente).
    Non lo lasceremo solo, e potete mandare i disegni e le candidature per l'Ambriagino d'oro a diariodiunmilanese@gmail.com

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  5. Sto seguendo il corso Bergamasco - Milanese.

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